Gianni Campanella, l’uomo che a Sannicandro di Bari nel 2003 uccise l’operaio Domenico Mariani, è tornato in libertà. Per quell’efferato delitto ha scontato 19 anni di carcere. In un video amatoriale girato in paese subito dopo la scarcerazione Campanella, rispondendo ad alcune domande ricostruisce il momento dell’omicidio, raccontandone le fasi con estrema precisione.
Le immagini hanno fatto il giro della rete e in paese ha preso il sopravvento il terrore per quell’uomo “capace di tutto”. Prima dell’assassinio dell’operaio – che avrebbe avuto la colpa di assillarlo per avere un rapporto sessuale -, Campanella avrebbe dato sfogo alla sua rabbia uccidendo e incendiato alcuni animali. In molti a Sannicandro hanno conti in sospeso con lui e non manca chi è pronto a fargliela pagare.
Diverse decine di cittadini di Sannicandro si sono radunati per firmare una petizione. Il messaggio è chiaro: “In paese quell’uomo così pericoloso non lo vogliamo”. I parenti condannano l’omicidio, ma assicurano che l’uomo non è più a Sannicandro, mentre c’è chi giura di averlo visto. In piazza ci sono stati alcuni momenti di tensione quando uno zio di Campanella si è fiondato in piazza per chiedere conto della petizione.
Anche i Carabinieri lo cercano, seppure non formalmente perché ormai Campanella è un uomo libero, se non altro per conoscere le sue intenzioni. Pare non siano i soli a voler sapere, per esempio, se intenda farsi seguire in una comunità. La tensione è evidente, come le minacce rivolteci da un uomo nelle vicinanze del fondo dove Campanella è stato avvistato. È possibile che Campanella sia andato effettivamente via dal paese, ma i cittadini invocano la massima attenzione da parte della Pubblica Amministrazione e delle Forze dell’Ordine.
“Va seguito, anche per capire se continua a fare la terapia che gli veniva somministrata durante la carcerazione – spiega il promotore dell’iniziativa -. I genitori hanno paura perché è pericoloso e imprevedibile”. Campanella, era emerso fin dal momento dell’arresto, era infatti un paziente seguito dal Servizio di igiene mentale.