“Oggi ho incontrato quelli di Japigia, ho detto ‘Ehi mo lo dico a modo mio, se quella non prende 500 voti a Japigia prendo lo stomaco di B. e glielo faccio a pezzettini personalmente. Cioè lo faccio stare peggio di come stava prima che conoscesse mio suocero. Mettetevi come vi dovete mettere, che qua succede la guerra”. Questa è una delle tanti frase intercettate di Giacomo Olivieri, riferito e che rientrano nel sistema messo in piedi per far eleggere, alle Comunali del 2019, sua moglie, Maria Carmen Lorusso. Lui è finito in carcere, mentre la consigliere comunale uscente ai domiciliari. Entrambi rispondono dell’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
Olivieri prometteva soldi, buoni pasto, benzina, la regolarizzazione di occupazioni abusive in case popolari, patenti di guida, assunzioni e anche le cure mediche di suo suocero, l’ex primario Vito Lorusso, finito ai domiciliari e già arrestato lo scorso luglio per concussione con l’accusa di aver intascato soldi dai pazienti. Olivieri ha stretto accordi con la malavita, stanziando un budget da 10mila euro per ogni gruppo criminale. “Aggressivo e prepotente, con la particolare attitudine a comportamenti mafiosi”, così viene descritto dal giudice. E le parole intercettate lo dimostrano. “Quelli di Japigia” sono i Parisi, ma l’ex consigliere regionale è riuscito ad ottenere anche l’aiuto dei clan Montani e Strisciuglio, assicurandosi voti anche al San Paolo e a San Girolamo.