Quello che sta accadendo a Bari, a partire dalle indagini della commissione nominata dal Viminale per valutare l’ipotesi di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa fino ad arrivare alle primarie annullate nel centrosinistra a 48 ore dalla loro programmazione, rischia di stravolgere lo scenario politico in città, in Puglia e anche a livello nazionale.
Chi rischia fortemente di uscirne ridimensionato è sicuramente Antonio Decaro. Il Sindaco era pronto a candidarsi alle Europee, sullo sfondo c’è anche l’ipotesi di un’eventuale sua incandidabilità se arriverà lo scioglimento del Comune per mafia. Decaro non è indagato, ma da Sindaco risponde a quello che accade nelle aziende municipalizzate. A partire dall’Amtab che viene passata a setaccio dai tre commissari. Il loro lavoro procede, il Viminale nelle scorse ore ha ribadito che per Bari non ci sono stati “tempi record”, dopo l’uscita dello stesso Decaro al Comitato per l’ordine pubblico (convocato per l’omicidio del boss Domenico Capriati) dove il primo cittadino ha sollevato più di un dubbio rispetto alle tempistiche relative alle elezioni in programma a giugno.
Capitolo elezioni. La premier Meloni spinge per la candidatura nel centrodestra di Filippo Melchiorre, senatore di Fratelli d’Italia, mentre la scelta di Giuseppe Conte, leader del M5S, di spaccare con il centrosinistra alla vigilia delle primarie sembra una scelta dettata dalla volontà di lasciare la patata bollente nelle mani del Partito Democratico. “Non è detto che lo scioglimento del Comune di Bari sia così illegittimo”, avrebbe detto nelle scorse ore ai vertici e ai capogruppo del suo partito dopo la sua visita in città a sostegno di Laforgia. Sullo sfondo ci sono sempre le Europee dove M5S e Pd corrono separati, l’occasione è troppo ghiotta per Conte per sfruttare il caso Bari e conquistare preferenze (problemi si registrano anche per le elezioni di Firenze e Regionali in Emilia Romagna), riducendo il gap con il partito della Schlein. La segretaria del Pd non le ha certamente mandate a dire ieri dal palco dell’evento “Andiamo” a sostegno di Leccese. Resta da capire se la “rottura” è irreparabile, se le parti torneranno a remare dalla stessa parte magari con un terzo candidato alle Amministrative.
E l’inchiesta della commissione nominata dal Viminale non aiuta sicuramente il centrosinistra e l’amministrazione Decaro. Nel mirino continuano ad esserci le modalità di assunzione di persone vicine ai clan nell’Amtab, nell’Amiu e nella Multiservizi. Senza dimenticare le vigilesse indagate e licenziate perché si erano rivolte ad un uomo vicino al clan Parisi per vendicarsi di un automobilista maleducato e quello che è successo nelle ultime elezioni con Maria Carmen Lorusso, Francesca Ferri e Anita Maurodinoia, le tre consigliere rispettivamente arrestate e indagate per voto di scambio (nel caso di Ferri e Lorusso anche con l’aggravante mafiosa). Presto partiranno intanto le audizioni e la prima persona che verrà ascoltata la presidente della sezione misure di prevenzione, Giulia Romanazzi. Poi toccherà a Emiliano e a Decaro.