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Il sistema Olivieri-Lorusso e le mani della malavita barese sulle Comunali del 2019: tutti gli arrestati – I NOMI

26 Febbraio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
26 Febbraio 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

Giacomo Olivieri in carcere, la moglie Marian Carmen Lorusso ai domiciliari così come suo padre Vito, l’ex primario di Oncologia medica dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari, arrestato lo scorso 12 luglio con le accuse di concussione, peculato, truffa e accesso abusivo al sistema informatico sanitario per aver chiesto soldi ad alcuni pazienti per accedere a prestazioni garantite dal Sistema sanitario nazionale, per abbreviare i tempi delle liste d’attesa o per facilitare dei ricoveri in ospedale. Ma non solo. In carcere sono finiti anche Donato e Michele De Tullio, Mirko Massari, Bruna e Bruno e Leonardo Montani, Michele Nacci, Antonio Petroni, Michele Piscitelli, Gaetano Strisciuglio e Pasquale Tisti. Domiciliari invece per Vincenzo Azzariti, Leonarda Loiodice, Maria Gravina e Maria Montani. Tutti rispondono, a vario titolo, di concorso in scambio di voti politico-mafioso.

Michele e Donato De Tullio, ritenuti vicini al clan Parisi, avrebbero preso parte al sistema messo in piedi da Olivieri, procacciatore di voti per la moglie Maria Carmen. I due “promettevano il loro apporto per il reclutamento nel rione Japigia di voti in favore dà Lorusso in cambio di denaro. Michele Nacci, 34enne barese, che alle elezioni del 2019 fu candidato in coppia abbinata con Maria Carmen Lorusso, risultando poi il primo dei non eletti, secondo quanto ricostruito dalla Dia avrebbe promesso di far avere alla ista voti “reperiti nell’area di influenza del clan Montani” essendo il genero di Bruna Montani, cugina del capoclan Andrea detto Malagnac e moglie di un pregiudicato. Soldi, buoni benzina e buoni spesa invece sono stati promessi a Pasquale Tisti, pregiudicato per mafia. Stesso discorso per Antonio Petroni, candidato come consigliere e municipale, e per Gaetano Strisciuglio, tra cui anche una promessa di sistemazione lavorativa per la madre. Il figlio di “Franco La Luna”, storico reggente del clan omonimo, avrebbe recuperato voti al San Paolo e a San Girolamo.