“Riteniamo sia indubbia la necessità di rafforzare le misure di assistenza per fronteggiare l’attuale fase di recrudescenza dell’andamento pandemico correlato al Covid-19 determinando l’attivazione di posti letto in moduli di terapia intensiva e sub intensiva in disponibilità dell’Azienda e pur tuttavia va considerato che i modelli numerici e teorici prospettati, non rispondono ai dichiarati parametri standard di fabbisogno previsti per la gestione dei posti letto ivi contemplati”.
Inizia così la lettera firmata dai segretari territoriali FIALS, Andreula e Vulpis, in merito alla circolare numero 137 che fa riferimento al piano tecnico di “rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase epidemica” previsto per il Covid hospital in Fiera e per il Giovanni XXIII di Bari.
“Il personale sanitario di tutti i profili e in particolare gli Infermieri e gli Operatori Socio Sanitari, nella loro rappresentazione meramente numerica, rispetto alle attivazioni dei posti letto, sono evidentemente profili sottodimensionati – continuano -. Data la rilevanza della pianificazione prospettata nella circolare, che coinvolge un elevato numero di lavoratori, un’amministrazione sanitaria attenta e rispettosa dei lavoratori e dei loro diritti non può sottrarsi al confronto con le Organizzazioni Sindacali, come è purtroppo nell’evidenza dei fatti. Ciò, nonostante le solenni dichiarazioni di circostanza, rese in presenza del Presidente Michele Emiliano durante i tavoli di confronto sul P.O. delle Maxi Emergenze, dal D.G Giovanni Migliore. I Lavoratori, soprattutto in questo periodo, vanno coinvolti in tutte le scelte strategiche e organizzative dell’Azienda cui sono indubbiamente i protagonisti al fine di creare un clima efficace nella condivisione delle scelte organizzative. Si lamenta, quindi, la fredda superficialità che esprime nei contenuti la circolare in esame per gli adempimenti in corso di adozione, mai partecipati alle OO.SS”.
“Non sarà sfuggitala forte impennata dei contagi che l’epidemia ha provocato nella nostra Azienda Ospedaliera Universitaria tra le professioni sanitarie più esposte nella relazione di assistenza diretta. Fenomeno da analizzare cui si ha diritto di sapere a sostegno dell’inderogabile funzione di sorveglianza sanitaria a tutela dei lavoratori che la legge impone in particolare in questo momento pandemico – si legge ancora nella lettera -. Rileviamo a riguardo enormi disagi nella gestione degli adempimenti di legge nella sorveglianza sanitaria, in particolare per le UU.OO. di Rischio Clinico e Medicina Preventiva che ha tempi biblici per la definizione degli atti di competenza. Ciò detto, ci preoccupa molto il volume prestazionale cui costretto il personale sanitario e socio – sanitario che in quest’ultimo periodo sta offrendo prestazioni di qualità in un contesto organizzativo complesso, assoggettato a continui cambiamenti e purtroppo ancora indefinito nei suoi modelli assistenziali”.
“É indubbio, ad esempio, che l’esiguità degli Operatori Socio Sanitari, costretti a volumi prestazionali insostenibili e in molti casi addirittura a prestazioni di pertinenza degli ausiliari, in ogni dove dell’A.O.U. ed in particolare presso il P.O. per le Maxi Emergenze, con la mancanza di modelli organizzativi, favorisca e incrementi il fenomeno del “demansionamento” in particolare di Infermieri e OSS – concludono -. Tanto premesso, non ci sottraiamo alla responsabilità di mantenere un livello di confronto sindacale che non nuoci al mantenimento delle garanzie di sicurezza delle cure dei cittadini ma siamo a chiedere un tavolo informativo di confronto per analizzare nel dettaglio tutte le criticità evidenziate e definirle nella loro compiutezza per gli aspetti che riflettono in particolare il rapporto di lavoro. Mancate risposte, indurranno la scrivente Organizzazione Sindacale a perseguire strade più efficaci”.