La vita da strada, lo abbiamo raccontato più volte, può essere davvero pericolosa. Chi non è forte, spesso cade o ricade nel mondo dell’alcool o della droga. Piazza Moro è l’emblema di questo. Qui abbiamo trovato Maurizio che, pur di guadagnare qualche spicciolo, fa il parcheggiatore abusivo chiedendo caffè a piacere nella zona. Lo fa da tre anni. “Non ho mai creato problemi e non ho mai fatto trovare una multa agli automobilisti, pago anche il grattino se c’è bisogno”, racconta dopo averci detto di essere un nostro fan.
Le disavventure e i rischi però sono sempre dietro l’angolo. “L’altro giorno sono stato aggredito da uno straniero perché voleva lavorare lui qui, mi ha alzato le mani, mi ha fatto sbattere il naso per terra – spiega -. La convivenza con gli ausiliari del traffico? Per loro è tutto ok se vedono che c’è il grattino, nonostante il caffè a piacere. È tutto normale se non c’è nessun controllo o nessuno che ti aiuta, parlo anche di volontariato. Chiamo ogni giorno e mi rispondono sempre negativamente, aiutassero gente come me”.
Maurizio, 49 anni e figlio di un militare della Marina, ha una figlia di 10 anni. Ci racconta la sua vita e come è finito a dormire per strada. La sua versione, come sempre facciamo ai nostri primi incontri, va presa con le pinze perché indagando emergono altri particolari e verità. “Dopo 22 anni sono ricaduto nella droga. Ho dimostrato di poter avere una vita normale, di avere una famiglia e di lavorare. Mi hanno fatto dispetti, mi hanno tolto tutto, ho perso tutto e ho trovato conforto nella droga. Ho capito che non posso avere una vita normale – afferma -. Se potessi tornare indietro, seguirei qualsiasi cosa detta da mio padre. Sono stato stupido a non ascoltarlo, ho conosciuto gente che non dovevo conoscere. Sono stato anche 13 anni in carcere. Ora becco qualche giornata di lavoro grazie al prete di una chiesa di Carbonara. Ogni domenica vado a messa, ogni giovedì aiuto nella mensa. Ho fatto 10 anni di volontariato lì con la mia compagna”.
Il papà sta cercando di uscire dal tunnel della droga. “Sto avendo risultati positivi. Sto abbassando il livello di eroina che assumo, spero di andarmene in comunità perché ho bisogno di riflettere. C’è qualcosa che non va, ho sbagliato qualcosa – continua -. Mia figlia è l’unica cosa che mi interessa. Le porto ogni sabato la 40 euro del parcheggio, non nego niente. Lei è contenta di vedermi, capisce quello che sta accadendo, sono concentrato per riprendere la mia vita e la mia bambina”. Maurizio parla anche di Giovanni. “Da quando è tornato a Bari è cambiato poco – conclude -. Sei tornato in mezzo alla strada dopo 8 mesi di comunità? Prova a farti una nuova vita, non puoi andare con gli amici di prima”.