Vi raccontiamo la storia di Carolina, assegnataria di una casa popolare situata in una palazzina di via Roccaporena. Sono passati circa due anni dal terribile incendio, partito da un cortocircuito, che ha distrutto la sua abitazione. “Ero in cucina, i miei gatti sono corsi immediatamente via. Nell’uscire dal cucinino ho visto sotto il frigo delle fiamme – racconta -. Ho buttato acqua, anche se non si fa, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente di fare. Ho spento il fuoco, ma non riuscivo più a respirare perché la plastica era andata a fuoco. Ho aperto le finestre e l’incendio è divampato di nuovo, è arrivato a metà salone. Ho gridato aiuto, sono uscita fuori, prima è arrivato il mio compagno, poi gli inquilini della palazzina e mi hanno portato via da qui anche perché sono cardiopatica”.
In due anni nessuno si è attivato per sistemare l’abitazione e aiutare Carolina. “Dopo due giorni sono andata al Comune, ho preso appuntamento con un architetto, sono venuti qui e hanno detto subito che la cucina era inagibile, sottolineando il pericolo crollo. Non è stata assolutamente puntellata. Poi è arrivato il perito dell’assicurazione e ha detto che l’impianto elettrico era obsoleto, l’incendio dunque era prevedibile. Da quel momento sono spariti tutti e nessuno si è fatto più avanti. Ora ci troviamo qui dopo due anni, io sto dormendo in una stanza di un b&b da quel giorno. Ho avuto tre infarti, sono stata in coma 27 giorni fa, non è giusto tutto questo”.