“L’inchiesta della Procura di Lecce, che vede coinvolto l’ex assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggero, fa emergere sempre più elementi inquietanti che gettano discredito sulla fedeltà alle istituzioni di alcuni eletti e soprattutto investono – in una regione che ha evidenti problemi occupazionali – un tema delicato come l’accesso al lavoro”.
È la denuncia del segretario generale della Flai Cgil di Puglia, Antonio Gagliardi, che richiama quanto emerso dalle carte dell’inchiesta e cioè “pratiche di squallido clientelismo sarebbero arrivati a toccare anche l’ARIF, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali della Regione Puglia. In particolare influenzando la selezione di quella platea di lavoratori stagionali assunti attraverso le agenzie per il lavoro”.
Secondo quanto riportato dalle inchieste giornalistiche, “sarebbe bastata una telefonata dell’entourage dei politici coinvolti nelle indagini per indirizzare un’assunzione, seppur a tempo determinato, nell’ente pubblico. Un fatto gravissimo, in barba all’importante biglietto da visita che la stessa politica potrebbe presentare nei confronti dei cittadini e dei lavoratori, se si considerano le criticità occupazionali che anche all’interno di Arif si evidenziano e che sono motivo di confronto con le organizzazioni sindacali – ricorda Gagliardi -. Sin dal 2017 la Flai Cgil Puglia ha posto l’accento sul sistema di reclutamento praticato per implementare alcuni progetti, come il cosiddetto Progetto Maggiore, troppo spesso chiacchierato ed ancora oggi avvolto in strane dinamiche, e sulla manodopera stagionale dell’Agenzia regionale. La Flai Puglia ha chiesto il superamento dell’utilizzo delle agenzie interinali ricordando che è possibile l’amministrazione diretta, fermo restando il rispetto delle leggi vigenti, non solo per rendere le procedure più trasparenti ma soprattutto per porre fine a un sistema di lavoro precario che ormai è divenuto cronico proprio in ARIF”.
“L’utilizzo reiterato della somministrazione impone – norme alla mano – di guardare con convinzione, soprattutto in questa fase storica del Paese, ad un lavoro stabile e sicuro, per di più se ad alimentare precariato e lavoro povero è il pubblico e non un soggetto privati – spiega -. Lo scorso anno la Flai Cgil Puglia, dopo un’intensa attività di accessi agli atti durata diversi anni, ha inviato alla IV Commissione consiliare della Regione Puglia – ottenendo la convocazione in audizione il 25 novembre 2021 – una dettagliata relazione, peraltro richiamando un accordo sottoscritto da rappresentanti della Regione Puglia nell’ottobre del 2019, con il quale ci si impegnava a superare le agenzie per il lavoro. Una relazione che ha messo in evidenza dati e costi del sistema che ruota intorno alle assunzioni del personale stagionale dell’ARIF e del grave rischio che incombe sui lavoratori ancora utilizzati con le agenzie interinali. Dopo che unitariamente tutte le sigle sindacali del comparto hanno chiesto e reiterato per la terza volta l’istanza di convocazione, rimaniamo in attesa di un tavolo presso la Presidenza della Giunta regionale per affrontare e risolvere definitivamente una situazione non più rinviabile. Tutti i lavoratori Arif sono professionalizzati e gli stagionali, per effetto di una storicità del rapporto di lavoro, sono in grado di ottemperare a tutte le attività fondamentali e utili al sistema agro-silvi-forestale della regione”.
“Per di più oggi ARIF è in grado di assumere manodopera stagionale in amministrazione diretta senza ricorrere alle agenzie per il lavoro, perché ha dalla sua parte l’art. 7-bis della legge 155/2021, cosa che garantirebbe – se la politica regionale ragionasse con lungimiranza – procedure di selezioni pubbliche, quindi maggiore trasparenza nei percorsi di reclutamento di una platea che da circa un decennio svolge le medesime attività con un potenziale diritto alla stabilizzazione, ma assieme si risparmierebbero ingenti risorse economiche a garanzia dei contratti commerciali con le agenzie interinali: soldi sempre e comunque della collettività”, continua.
“Ci chiediamo quali siano i reali impedimenti alla base dell’indecisione, quali i reali interessi che evidentemente a noi sfuggono. A questa platea dai lavoratori, che ogni anno oscilla tra le 350 e le 370 unità, va data una risposta chiara per contrastare il precariato – conclude Gagliardi -. Dal momento che non si perde occasione da parte dirigenziale di decantare l’elevata progettualità dell’Agenzia, è giunto il momento per dare stabilità lavorativa e maggiore certezza alle funzioni strategiche per il ruolo da essa svolge, annullando l’insopportabile situazione di precariato esistente, spesso area di scorribande di pseudo-politicanti senza alcuna visione del benessere e progresso della collettività, ma solo alla ricerca del consenso personale. Ancora una volta ci armiamo di pazienza ma non potrà essere infinita. I temi posti scottano, e allora giungerà il momento della mobilitazione”.