Il pregiudicato Massimo Lafirenze, boss del clan Parisi, avrebbe avvisato nel 2017 l’avvocato Fabio Mesto di un’indagine a suo corso, permettendo così al legale di “ripulire” il suo ufficio in vista del blitz della Guardia di Finanza.
Il tutto è stato però intercettato dalle microspie installate dagli investigatori. È da qui che ha mosso i primi passi l’indagine Levante che il 15 febbraio scorso ha portato a 75 misure cautelari. Mesto, che ora si trova ai domiciliari, ha svolto un ruolo da protagonista in molti affari illeciti – si legge su Repubblica – e nel suo ufficio erano dunque presenti carte e documenti criptati anche sui computer.