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Infermiere “infame” avvelenato e ridotto alla disabilità, un altro in servizio ma ai domiciliari: scandalo all’Oncologico di Bari

8 Ottobre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere
8 Ottobre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere

Emergono retroscena e dettagli inquietanti nell’inchiesta sulla sottrazione di farmaci e dispositivi medico-chirurgici che vede coinvolti diversi dipendenti ed ex dipendenti dell’Oncologico di Bari per il lavoro in nero. Come si legge sul Corriere del Mezzogiorno, un infermiere sarebbe stato avvelenato dopo aver bevuto un thè in reparto e da allora impossibilitato a lavorare per una grave disabilità. Questo perché definito “infame” da un collega. Iniziò a sentire dolori lancinanti e fu ricoverato al centro antiveleni del Riuniti di Foggia, riportando insufficienza renale acuta, necrosi tubulare acuta, insufficienza respiratoria acuta, emorragia cerebrale, emiparesi facio-brachio-crurale destra e afasia.

Un altro infermiere avrebbe prestato regolarmente servizio nonostante fosse ai domiciliari con il permesso di lavorare. Parliamo di Onofrio Costanzo, l’Istituto è sempre stato all’oscuro del procedimento. Lui è uno delle 6 persone raggiunte da misure cautelari nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Bari. Le misure (nr. 1 Interdizione dai pubblici uffici, nr. 1 Obbligo di presentazione alla P.G., nr. 4 Divieti di dimora nel comune di Bari) emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura, costituiscono l’epilogo di una indagine iniziata nel 2020 a seguito di una denuncia da parte di una dipendente dell’IRCCS Giovanni Paolo II. Parliamo di un’infermiera beccata per aver rubato 250 euro dal borsellino di una paziente, da quel giorno non lavora più nella struttura ed è finita al processo per furto. La donna decide di raccontare agli inquirenti quello che accadeva nell’infermeria e nel reparto. “Hai rotto i c…. Sappiamo dove abiti, chi è la tua compagna e che sei un’infame come tua cognata, conosciamo tua madre che lavora qui da tanti anni e stai attenta a tua madre, che non ci vuole niente a farle del male”, le parole di un suo collega. Pochi giorni dopo l’accaduto, nella casetta delle lettere, la donna avrebbe trovato alcune foto della sua compagna al lavoro e con i suoi due nipotini. La sorella della compagna, come spiegano gli inquirenti, è una collaboratrice di giustizia.