La versione dei fatti di Sandrino Cataldo non ha per nulla convinto la Procura, ma soprattutto il gip Paola De Santis che ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dalla sua difesa. Il marito dell’ex assessore regionale Anita Maurodinoia, ai domiciliari con l’accusa di essere al capo di un’organizzazione finalizzata alla corruzione elettorale, ha infatti spiegato di essere vittima di un complotto architettato dal suo braccio destro Armando De Francesco e dal maresciallo della finanza Gerardo Leone. Molte cose però non tornano.
In primis dal contenuto della penna Usb, ritrovata “casualmente” in una borsa che Cataldo aveva con sé il giorno dell’arresto. Ovvero il file audio di una conversazione avvenuta, sempre “casualmente”, qualche giorno prima con De Francesco. L’ex consigliere circoscrizionale di Bari si scusa con Cataldo per averlo accusato di aver comprato voti e averlo incasinato. Secondo la Procura, Cataldo durante l’interrogatorio “non ha fornito una spiegazione verosimile di tale registrazione audio, e, in particolare delle ragioni per le quali effettuava la stessa ad oltre tre anni di distanza dai fatti per cui si procede, né ha fornito elementi in virtù dei quali ritenere tale dialogo effettivamente genuino e non già artatamente concordato con il suo correo anche in ragione del tenore del dialogo e delle frasi utilizzate”.
Cataldo e De Francesco si sono sentiti giornalmente fino al 27 marzo, la gip nelle carte parla di “rapporti familiari e di risalente complicità” tra i due. Versione confermata anche dai fratelli Perrelli, figli dell’ex vicesindaco di Triggiano. “Sapendo che le indagini sono nate dalle confessioni di De Francesco, Cataldo non solo non lo allontana, ma anzi lo frequenta assiduamente e lo coinvolge in plurimi contesti, politici e lavorativi”, ricostruisce il gip. Il consulente tecnico della Procura ha poi esaminato il cellulare di Cataldo rivelando la cancellazione di tutti i contenuti. Un qualcosa che è ha insospettito la Procura, un modus operandi di chi si aspetta proprio un sequestro del telefonino imminente.