Il finanziere Gerardo Leone, il maresciallo arrestato nel marzo 2020 su denuncia di Sandrino Cataldo che lo aveva accusato di avergli chiesto soldi per insabbiare un’indagine sugli appalti della Provincia di Bari, è stato ascoltato ieri dalla la pm Savina Toscani in qualità di testimone. Leone è al centro dell’inchiesta sul voto di scambio nel Barese che ha portato all’arresto tra gli altri del marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia.
Due anni dopo l’arresto e la vicenda che lo ha coinvolto (Leone è stato poi condannato a due anni per tentata induzione indebita, condanna ridotta in Appello a un anno e sei mesi), il finanziere è stato contattato da De Francesco, il braccio destro di Sandrino. Infuriato con lui, l’ex consigliere gli rivelò il sistema elettorale e il modus operandi architettato da Sandrino per le votazioni a Bari, Grumo, Triggiano e per le Regionali. Da lì è partita poi l’inchiesta che ha portato all’arresto di Cataldo e anche di Di Francesco. Leone infatti registrò tutto.
Sandrino ha parlato di un complotto architettato dallo stesso Leone come vendetta, ma neppure il Riesame gli ha creduto, rigettando la richiesta della difesa sulla rievoca della misura cautelare dei domiciliari. Leone ha parlato in Procura per oltre tre ore presentando la sua versione dei fatti, diversa da quella di Cataldo. Ha ribadito che è stato De Francesco a scrivergli, per incontrarlo e denunciare quello di cui era a conoscenza.