Torniamo ad occuparci della storia di Zia Martina, condannata dal Tribunale di Bari in primo grado a 7 anni e 3 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 75mila euro e al risarcimento delle parte civili, con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico e di corruzione di minorenne. Nei suoi confronti è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo l’espiazione della condanna.
Zia Martina durante il processo ha sempre negato tutto e ha denunciato magistrati e militari parlando di prove fasulle. Ora dovrà rispondere anche di calunnia, mentre sui social ha iniziato una vera e propria battaglia attraverso alcuni video diffusi sui propri canali social. Siamo stati i primi a denunciare il caso quando all’epoca nessuno se ne occupava, parlando con i ragazzini che la conoscevano e sentendo alcune mamme preoccupate per le ritorsioni psicologiche che questi bambini avrebbero avuto in futuro. Abbiamo chiesto un’intervista a Zia Martina e tra qualche giorno la intervisteremo di persona, ma l’abbiamo già sentita telefonicamente per chiarire alcuni delicati punti della vicenda.