Venerdì 14 Gennaio 2022, con inizio alle ore 8.30, si svolgerà, presso la Biblioteca Storica Ordine Avvocati Trani, il Convegno Nazionale in tema di “La Riforma Cartabia della Giustizia. La Giurisdizione come metodo”.
L’evento è Organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trani e dal Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa – UNIBA, in occasione della presentazione del primo numero della Rivista semestrale – Unità e Pluralità del Sapere giuridico – Casa Editrice NelDiritto, comitato organizzativo: Prof.ssa Francesca Jole Garofoli, Avv. Giovanni Pansini, Avv. Michele Curtotti, Prof. Fabrizio Pompilio, Avv. Raffaele Carfora, Dott. Giulio Marino, Avv. Pia Panessa.
Unità e Pluralità del sapere giuridico è un archetipo nato dalle riflessioni scaturite, nel maggio 2004, in un Convegno a Bari su “L’unità del sapere giuridico tra diritto penale e processo”. Di qui, l’idea del Prof. Avv. Vincenzo Garofoli di dar vita ai Quaderni della Facoltà di Giurisprudenza di Bari e, oggi, alla Rivista semestrale – Unità e Pluralità del Sapere giuridico – Casa Editrice NelDiritto che, si prefigge l’obiettivo di un recupero dei valori della giurisdizione attraverso i contributi scientifici di volta in volta pubblicati come costante punto di riferimento della ricerca di un contesto unitario del sapere, entro il quale il diritto possa collocarsi come quell’insieme di idee e principi che si evolve e cresce parallelamente all’animus delle discipline giuridiche. Nella nuova Rivista semestrale intitolata, appunto, “Unità e Pluralità del sapere giuridico” il concetto di Unità “riflette la più originaria unità: l’unità dell’essere e, quindi, dell’ente e degli enti”.
In tal senso, in dottrina, “l’unità del sapere è tema fondamentale e fondante del sapere filosofico. Se il pensiero pensa l’essere, e l’unità è dell’essere o, ancora, l’essere è l’unità o l’uno, il sapere, la scienza non possono che tendere all’unità.”
La considerazione di partenza che si svilupperà in seguito nella rivista semestrale de qua, è rappresentata dalla inadeguatezza dell’idea classica del diritto affermatasi negli ultimi decenni, intesa come scienza divisa in settori, ognuno di essi “espressione dell’autoreferenzialità proprio di un sistema autodefinito”.
Occorre, diversamente, un approccio sinergico capace di unire il sapere giuridico sotto l’unica prerogativa rappresentata dalla necessità di dare una risposta adeguata ai problemi della modernità, in una sorta di ideale parallelismo con il processo di globalizzazione nel mondo economico.
Certo non è concepibile un’idea di sistema giuridico statico quasi “stagnante”, in cui le norme restano sempre uguali a sé stesse, perché questa sarebbe contraria alla logica di Unità e Pluralità del sapere giuridico come strumento più idoneo per affrontare la sfida della modernità. Ciò che, invece, è opportuno evitare è l’idea di giurisdizione come giustizia del caso singolo ove l’intervento del legislatore, preordinato ad affrontare la contingenza con la soluzione di casi pratici operando scelte di opportunità politica, suscita non poche perplessità.
Il moltiplicarsi dei “casi singoli” finisce per creare una serie variegata – spesso eterogenea – di discipline per così dire “speciali” che fanno di un istituto giuridico (se proprio non si può fare a meno di questa categoria concettuale) una sorta di “prontuario” che male si concilia con l’idea illuministica di codice dotato di autoreferenzialità. Il metodo della giurisdizione, invece, impone l’adozione di regole chiare che, in stretta aderenza al principio ispiratore dell’ordinamento giuridico, risulta di gran lunga il più idoneo ad offrire una idea di omogeneità e di giustizia capace di andare al di là del “caso singolo” e della situazione contingente, che inevitabilmente portano a “sminuzzare” il sapere giuridico.
Si deve, in sostanza, rifuggire da una logica atomistica in cui le singole discipline giuridiche siano viste come microcosmi autoreferenziali, per abbracciare una idea di sintesi in cui gli studiosi delle materie giuridiche dialoghino nell’ottica dell’Unità e Pluralità del sapere giuridico. Si è voluto sancire, così, un carattere immanente all’intero ordinamento giuridico che esprime, ad ogni latitudine, il grado di civiltà raggiunto da una comunità giuridicamente organizzata.
La quadratura del cerchio, quindi, non può che essere nell’ Unità e Pluralità del sapere giuridico in simbiosi con il metodo della giurisdizione, fondamentali strumenti per scongiurare il rischio che la decisione del giudice diventi sempre più un “atto di fede”, con conseguenze drammatiche sulla tutela delle libertà fondamentali dell’uomo. La sfida alla modernità è, dunque, “lanciata”, ma per poterla sostenere si dovrà essere, anche, capaci di riunire attorno a un tavolo civilisti, penalisti, processualisti, filosofi, tributaristi e studiosi di altre discipline, superando le differenze, per i problemi reali della società.
Del resto, l’impegno basilare consiste nel determinare il metodo della giurisdizione applicata al processo penale, a quello tributario, a quello costituzionale, a quello amministrativo, insomma, a tutti gli altri processi dell’ordinamento: metodo che si realizza nella sua natura di giudizio collettivo al quale partecipano, giudicando su loro stesse, le medesime parti che devono essere giudicate.
In ciò si ravvisa la natura sovrana del metodo succitato ed il perché la Giurisdizione è l’opposto della sopraffazione. È per tali motivi che, in occasione della presentazione del primo numero della Rivista, il tema scelto per il convegno: “La Riforma Cartabia della Giustizia. La Giurisdizione come metodo”, impegnerà i relatori, nelle tre sessioni previste, in un confronto dialettico sulle eventuali divergenze tra risultati pretesi dall’Europa e gli effetti che la Riforma in atto produrrà nel nostro sistema processuale.
Probabilmente, la Riforma sarà un’occasione mancata se non dovesse prevalere quello spirito di unità e pluralità. In altri termini occorrerà decidere quale tipo di processo si vorrà consegnare alle future generazioni e, soprattutto, chiedersi se siamo ancora capaci di guardare ai metavalori di ogni individuo oppure, “occorre che tutto cambi affinché nulla cambi”?
Questo è lo scenario in cui si articolerà la giornata di studio che vedrà la partecipazione: negli indirizzi di saluto del Rettore Uniba – Presidente Ordine Avvocati Trani – Direttore DEMDI – Presidente del Tribunale di Trani – Procuratore della Repubblica di Trani – Consiglio Nazionale Forense –
I sessione: La Riforma del Processo penale – coordinata da Avv. Tullio Bertolino Presidente COA TRANI – Relazioni: Prof. Avv. Giorgio Spangher – Università di Roma La Sapienza – Prof. Avv. Carlo Taormina – Università Tor Vergata di Roma- – Prof. Paolo Ferrua – Università degli Studi di Torino – Prof. Antonella Marandola – Università degli Studi del Sannio. -Prof. Vincenzo Garofoli – Università degli Sudi di Bari Aldo Moro-
II sessione: la Riforma del Sistema Giudiziario e del CSM – coordinata da Avv. Mario Malcangi – Vice – Presidente COA TRANI – Relazioni: Dott. Nicola Russo – Capo Dipartimento per gli Affari della Giustizia. -Avv. Francesco Paolo Sisto – Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia -Dott. Silvio Marco Guarriello – Procuratore Aggiunto – Foggia -Avv. Giovanni Stefanì – Presidente Ordine Avvocati Bari e Delegato O.C.F. Distretto di Bari.
III sessione: La Riforma del processo civile tra esigenze di efficienza e Alternative Dispute resolution – coordinata dall’ Avv. Tiziana Carabellese Delegata O.C.F. per il Distretto di Bari – Relazioni: – Prof. Antonio Uricchio – Università degli Sudi di Bari Aldo Moro – Dott. Giancarlo Montedoro – Presidente di Sezione del Consiglio di Stato – -Prof. Avv. Gianvito Giannelli – Università degli Studi di Bari Aldo Moro Prof. Achille Carabba – Università degli Studi di Bari Aldo Moro -Prof. Avv. Marco Versiglioni – Università degli Studi di Perugia – Prof. Pierre De Gioia Carabellese: Fellow of Advance HE, York UK, & Full Professor of Business Law and Regulation (ECU, Perth, AUS)