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Le scuse di Decaro: “Il Bari ai De Laurentiis una mia scelta. Il club era stato venduto prima della finale playoff persa”

3 Aprile 2025
– Autore: Raffaele Caruso
3 Aprile 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“Non sono qui a cercare scuse, quella è stata una scelta mia e mi prendo tutte le responsabilità”. Lo ha detto l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante l’incontro con i tifosi della squadra biancorossa organizzato per fare chiarezza sulla multiproprietà del club, avviata nel 2018.

I tifosi biancorossi contestano la multiproprietà dopo la cessione del club, fallito e retrocesso in serie D, alla Filmauro, già proprietaria del Napoli. Decaro, attuale presidente della commissione Ambiente dell’Ue, e possibile candidato come prossimo presidente della Regione Puglia, ha aggiunto: “Quella che stia facendo questo incontro per i voti è l’accusa più assurda, parlare del Bari non porta consenso per chi si voglia candidare per un incarico regionale”.

“Come tifoso mi sento tradito, si è rotto un rapporto che non si sanerebbe neanche andando in Serie A. Ho stigmatizzato in prima persona alcuni episodi e dichiarazioni”, ha poi aggiunto Decaro che ha ricostruito i giorni della cessione del titolo sportivo del club, fallito e retrocesso in Serie D. A fine luglio 2018, precisamente il 23 luglio, su richiesta della Figc fu pubblicata la manifestazione di interesse – “la prima del genere in Italia”, ha detto Decaro – per affidare il titolo sportivo del Bari.

La data ultima per l’iscrizione al campionato era stata fissata al 6 agosto. “Parteciparono 11 società – ha ricostruito Decaro – la documentazione completa fu presentata solo da tre società. La commissione valutò l’esperienza già maturata a livello professionistico, quindi sia i De Laurentiis e un’altra società, demandando a me la decisione definitiva. Io scelsi De Laurentiis e oggi, per le condizioni che c’erano allora, rifarei la stessa scelta”.

Quanto alla Serie A sfiorata nel 2023, che avrebbe imposto ai De Laurentiis di vendere il club, Decaro ha affermato che “avevano ormai venduto, erano tre persone e io le ho conosciute”, riferendosi a chi avrebbe dovuto acquistare il club in caso di promozione. “Erano tre imprenditori italiani. Però non siamo andati in Serie A”.

“Ho ritrovato una frase di Aurelio De Laurentiis in un’intervista nella quale diceva che lui ci mette la faccia e che è abituato a vincere, non a partecipare – ha poi concluso -. Quindi mi aspetto che provi a vincere e non solo a partecipare, perché in questo periodo stiamo solo partecipando. Altrimenti l’alternativa, come abbiamo detto più volte visto che il rapporto con la tifoseria si è rotto, è vendere la società trovando un altro acquirente o un socio”.