“A volte mi chiedo dove sta il buon senso? O meglio dove sta la capacità di mettersi dalla parte del paziente o di chi soffre in genere?”. Inizia così il post di sfogo sui social di Don Gianni Mattia, sacerdote e cappellano nell’ospedale Fazzi di Lecce.
“Anni fa l’ospedale aveva una cucina e una mensa per il personale e non c’era ancora il Dea – si legge -. Si doveva ristrutturare la cucina e si spostò tutto a Gallipoli, per cui ora il cibo al Fazzi giunge da Gallipoli in orari decenti per distribuirlo ai pazienti in base alla loro dieta e per tale ragione non giunge decentemente. Io raccolgo ogni giorno lamentele. Ma nonostante tutto questo, gli sforzi per portare un buon vitto si fanno”.
“Oggi apprendo che non si aprirà più la mensa né tanto meno la cucina, non so per quali giochi politici né per quali interessi e sinceramente non mi interessano – continua -. Mi chiedo: ma qualcuno ha pensato al paziente, al parente? Ha pensato al dipendente che non avrà un luogo dove mangiare un boccone caldo dopo una giornata faticosa? A volte siamo cosi presi da tante cose che dimentichiamo quanto è importante il bene del paziente”.
“Non voglio accusare, ne giudicare nessuno. Dico soltanto: ‘avevo fame e mi avete dato da mangiare’ – conclude -. Qualcuno provi a pensare al vitto che deve giungere ai nostri pazienti e si metta una mano al cuore. Tante promesse, ma pochi fatti”.