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Lecce, partorì in casa e cercò di uccidere la figlia: 35enne a processo. Perizia rivela ombre sul compagno

28 Settembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin
28 Settembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Ci sarebbero anni di angherie e violenze da parte del compagno che hanno spinto la 35 anni di Martano ad abbandonare sua figlia appena nata nel giardino, avvolta in un asciugamano da mare. Lui stesso si era accorto della piccola grazie ai lamenti e per quello era riuscita a salvare portandola in ospedale. La donna, all’epoca dei fatti, fu arrestata finendo agli arresti domiciliari. Durante il processo il legale della donna, l’avvocato Anna Elisa Prete ha depositato una perizia che avrebbe fatto emergere episodi di violenze e angherie rendendo la mamma succube del compagno e l’occultamento del corpicino della bimba sarebbe conseguenza di quanto subito negli anni. la perizia, redatta dallo psichiatra Elio Serra e dalla dottoressa Silvia Olive, secondo quanto si apprende su repubblica, ha sottolineato un clima di paura in cui viveva la donna a causa del carattere autoritario del compagno. Per il pm Stano Prontera e per il gup la consulenza disposta è stata ritenuta sufficiente per valutare le condizioni psicologiche della donna e disporre ulteriori accertamenti.

La donna, stando alle indagini, ha nascosto la gravidanza ai suoi parenti e anche al suo convivente. Partorì in casa il 23 luglio 2021 in modo clandestino in casa. Secondo i Carabinieri la 35enne recise il cordone ombelicale con una forbice e poi aveva inflitto tre tagli alla neonata in corrispondenza della carotide con un coltello e poi decise di abbandonare il corpo in giardino. Il padre, svegliatosi intorno alle 5 del mattino per soccorrere la compagna in prede a una emorragia, sentì dei lamenti e raggiunse il giardino dove trovò il corpicino. La piccola fu salvata in ospedale e adesso è affidata ad alcuni parenti. Il padre si è costituiti parte civile durante il processo assistito dall’avvocato Luigi Rella.