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Legambiente Puglia, nel 2023 oltre 3mila reati contro le coste: 17 arresti e 711 sequestri

4 Settembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
4 Settembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Un podio che preoccupa perché indica che coste e mare di Puglia sono vittime di chi, in modo spregiudicato, le deturpa o viola. E perché la regione è sempre nei primi posti delle classifiche relative alle illegalità ambientali. È quanto emerge da Mare monstrum, il report di Legambiente riferito al 2023 che descrive tutti i reati che penalizzano mare e coste ma che hanno conseguenze sulle vite dei cittadini. Perché l’abusivismo edilizio, per esempio, “aggrava il dissesto idrogeologico e trasforma i temporali estivi in inondazioni”, sostiene Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia.

Le violazioni, secondo i dati contenuti nel report degli ambientalisti, sono in crescita in Italia rispetto a due anni fa ma sono state compiute per lo più in regioni meridionali: in testa c’è la Campania, seguita da Sicilia, Puglia e Calabria. In Puglia sono stati accertati più di tremila reati, più di 3.200 sono state le persone denunciate, 17 quelle finite in manette mentre sono stati 711 i sequestri eseguiti. In quasi tutte le province pugliesi sono state compiute azioni di contrasto relative a immobili realizzati senza alcuna autorizzazione.

Come accaduto in Salento dove a Marina Serra, nel comune di Tricase, i carabinieri hanno scoperto i lavori abusivi di sbancamento, spietramento e livellamento di un terreno all’interno del parco naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. Alle costruzioni abusive si associa anche lo sversamento illecito di rifiuti con la Puglia che si conferma seconda tra le regioni italiane con 881 reati verificati e aumentati di oltre il 57% rispetto a due anni fa. E la Puglia conquista il secondo gradino del podio anche per la pesca illegale: sono state 1.264 le infrazioni accertate. “È indispensabile che nella lotta all’abusivismo edilizio ci sia un supporto finanziario ai Comuni, alle procure e alle prefetture che eseguono le sentenze”, conclude Salzedo.