Due dei quattro pazienti del Policlinico di Bari, la cui morte si scopettava fosse per legionella, sono deceduti sicuramente a causa del batterio anche se non è dello stesso genotipo di quello trovato nell’ambiente ospedaliero. Per gli altri due, invece, il nesso tra morte e infezione è probabile. Questo si riscontra dalla perizia medico legale, firmata dagli specialisti incaricati dal giudice (Giulio di Mizio, università di Catanzaro, Emanuele Nicastri, dell’istituto Spallanzani di Roma, e Francesco Enrichens dell’Agenas), che darà vita a una battaglia durissima tra la Procura e gli avvocati difensori nell’incidente probatorio disposto dalla giudice Luigia Lambriola, sostituta di Giuseppe De Benedictis arrestato nell’aprile del 2021. La morte dei quattro pazienti, come si evince su Repubblica, per sospetto legionella portò nel novembre 2020 al sequestro dei padiglioni Asclepios e Chini del Policlinico di Bari. In quella occasione furono interdetti dagli uffici il direttore Giovanni Migliore, la direttrice sanitaria Matilde Carlucci e il direttore dell’Area tecnica Claudio Forte. Tra gli indagati anche la direttrice amministrativa Tiziana Dimatteo e il vicedirettore sanitario Giuseppe Calabrese. I reati contestati dalla pm Grazia Errede e dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli furono omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro reato.
Le cause della morte dei pazienti Gennaro Del Giudice (la cui morte è avvenuta nel luglio 2018), Domenico Martiradonna (maggio 2019), Francesca Nuzzolese (novembre 2019) e Vincenzo Ficco (agosto 2020) sono state analizzate dagli esperti. Tutti erano immunodepressi per le patologie di cui soffrivano e tutti erano stati ricoverati in più reparti, transitando anche dal pronto soccorso. Per Ficco e Del Giudice è stata provata che la morte è stata causata da legionella, ma questo non basta ad affermare che l’infezione poteva essere evitata perché il genotipo della legionella trovata nei padiglioni ha un genotipo diverso rispetto a quella che ha provocato la polmonite nei pazienti. Cosa su cui gli avvocati difensori punteranno, mentre la Procura sosterrà la tesi che come confermato dai periti i casi sono associati epidemiologicamete all’assistenza sanitaria. Il giudice deciderà se chiudere le indagini e chiedere rinvio a giudizio o formulare una diversa imputazione o chiedere l’archiviazione.