“Sono andato dalla sorella di Antonio Capriati per ribadire con grande serenità e molta determinazione che le regole a piazza San Pietro non le facevano più loro ma le facevamo noi. Devo anche dire che anche il rilascio degli immobili confiscati alla famiglia fu oggetto di questa discussione. Io precisai in occasione di quel colloquio che se non se ne fossero andati in modo bonario avremmo comunque liberato gli immobili. E’ chiaro che un episodio di 15 o 16 anni fa, mi sono riguardato un sacco di documenti che ho firmato io di cui non ricordavo assolutamente nulla. Non escludo di aver dato dettagli sbagliati. Se come ho sentito il sindaco di Bari attuale ricorda di non essere stato con me, probabilmente ha ragione lui”.
Questo è il passaggio del governatore Michele Emiliano sull’incontro a casa della sorella del boss Capriati davanti alla commissione parlamentare Antimafia in Aula a Palazzo San Macuto. Il Presidente della Regione Puglia ritratta la sua versione e scagiona Decaro.
“Ma è sicuramente accaduto un altro episodio molto simile in cui io e il sindaco eravamo per strada a piazza della Cattedrale. Non era il Decaro di adesso ma un ragazzo di 32 anni che mi dava del lei. A un certo punto, mentre stavamo lì nel cuore pulsante, Decaro mi disse “vedi, quelli sono stati”, con riferimento all’episodio che a me inizialmente mi era venuto da ridere. Antonio era molto spaventato perché aveva avuto a che fare con una realtà che non era la sua. Era andato a fare un lavoro cui bisognava prepararlo. Io affrontai questi ragazzi e gli dissi ‘Questo ingegnere è l’assessore quindi è come se fossi io”, esattamente lo stesso discorso che facevo a tutti. I miei assessori dovevano avere da me la mia protezione, non quella del boss. Io ero il sindaco e dovevo fare quanto necessario per far lavorare i miei assessori”, ha aggiunto.
“Qualcuno mi dice: perché non siete andati alla polizia? Il racconto di Antonio Decaro non conteneva fatti decisivi, se lo avessimo riportato al maresciallo… Non era una notizia di reato, era un evento di colluttazioni dialettiche che voi forse non riuscite a immaginare. Non ritenni di fare denuncia, la responsabilità è solo mia, ritenni di affrontare la questione nel modo che ho già detto: andare a parlare e stare a fianco all’assessore. Questa cosa era chiara alle 20mila persone presenti in piazza a Bari – conclude -. Quella frase è stata fraintesa da chi non ha vissuto quel contesto. Ho sbagliato a dare l’impressione a chi non ha vissuto quelle cose che Emiliano è andato a chiedere protezione alla sorella del boss. La scena è comica anche da raccontare. Io ero uno sbirro che aveva fatto condannare all’ergastolo il fratello. Anche dire che la signora mi aveva fatto entrare in casa era una cosa inconfessabile. Ma in questo modo abbiamo ripristinato il controllo del territorio senza operazioni militari, senza il battaglione dei carabinieri, senza la celere. Con le fioriere, con il ragionamento, con le agenzie”.