“In relazione agli articoli che con cadenza periodica continuiamo a leggere dalle pagine della carta stampata e in tante trasmissioni televisive, con il riproporsi dell’ormai consolidato “calvario“ che gli abitanti della Regione Puglia e della provincia di Lecce sono costretti a subire per le lunghissime liste d’attesa, la Cisal Sanità intende, ancora una volta, sottolineare che una delle cause è da ricercarsi nell’inefficienza ed inefficacia di una seria risposta politica regionale che, a parole, continua ad autoincensarsi sul modo di fare sanità (ma è solo un bluff perché l’amara realtà dei fatti la registriamo ogni giorno sulla pelle degli assistiti e degli operatori sanitari) e poi nella conduzione delle Asl da parte dei Direttori Generali (i cosiddetti manager,) che non riescono (perché molto probabilmente non vogliono o perché non ne sono capaci) a porre fine a queste assurde realtà”. Lo sottolinea Giovanni D’Ambra, Segretario Generale Provinciale della Federazione Cisal Sanità Lecce.
“È fin troppo facile nascondersi dietro i soliti problemi di carattere organizzativo, che “la domanda” è superiore “all’offerta”, oppure alzare le spalle e dire che, in fin dei conti, tutta l’Italia è così. Per caso, però, questi signori hanno il coraggio di dire agli utenti che anche se le cose vanno così, alla fine di ogni mese nelle tasche di ognuno di loro continuano ad essere versati la bellezza di circa 9.000 euro netti che la regione Puglia, e quindi tutti noi cittadini, paghiamo per far gestire e far funzionare perfettamente un’azienda sanitaria? Assistiamo invece, ogni volta che “si ricambiano” i vertici Asl a gustosissime scenette. I nuovi “manager” hanno bisogno (ma non abbiamo mai capito il perché) dei cosiddetti cento giorni. (tre mesi); poi di altri cento (ulteriori tre mesi) che servono “per conoscere” le varie realtà.. Siccome tre più tre fa sei ci si ritrova a cavallo dei mesi estivi e del solleone. Di solito settembre, ottobre, novembre vengono dedicati a fare il punto sui trimestri precedenti, con dicembre, poi, che è il mese degli auguri, dei panettoni e delle buone intenzioni per l’anno a venire. Intanto, però, i primi 154.000 euro sono stati già messi da parte. Se moltiplichiamo questa somma per il tris di ogni Asl ( Direttore Generale, Amministrativo, Sanitario ) abbiamo abbondantemente superato quota 2,5 milioni di euro di soli stipendi annui. Sfido chiunque ad affermare che ciò che tutti noi abbiamo visto in questi anni non rispecchia, in larghissima parte, il vero; anche perché la realtà sanitaria delle nostre province e dell’intera regione, è, per larga parte, stagnante. Invece di portare alle calende greche la risoluzione delle tante problematiche sanitarie (nonostante lo sperpero di milioni di euro per consulenze, indagini di mercato, convenzioni, software gestionali, call center, ecc,ecc ) questi signori dovrebbero imparare ad informare l’utenza sulle reali capacità organizzative di ogni singola realtà sanitaria; dovrebbero essere in grado di stabilire che “monitoraggio” (termine usato spessissimo nelle loro cosiddette quotidiane riunioni di “alto livello” ) significa controllo di una situazione o di un processo economico, sociale, politico e, nel nostro caso, sanitario, che va fatto però, con assoluta serietà e competenza, e non a vanvera ! Bisogna saper organizzare i servizi sanitari e tutto il personale interessato, ma non solo sulla carta! Ci si sciacqua la bocca con continui spot, articoli, autoincensamenti e poi si fa finta di niente su questa assurda realtà”.
“Ci risiamo, per esempio, sulle lunghe liste di attesa: per abbatterle c’è bisogno solo di organizzazione! Perché questi Direttori Generali si ostinano ad apparire quanto più possibile in tv e sulla carta stampata a ricercare “studi di fattibilità” o “approfondire” temi che aspettano per essere risolti, solo di intuito e buonsenso? Basterebbe che agli Ospedali pugliesi che hanno un vasto ed importante bacino di utenza, un elevato e certificato numero di prestazioni ambulatoriali, soprattutto i servizi ospedalieri di diagnostica per immagini (risonanze magnetiche, Tac, Ecografie, Ecografie Ginecologiche, Radiologia tradizionale) vengano raddoppiati per fare in modo che ne possa usufruirne solo l’utenza esterna. E chiaro che, come purtroppo ora accade, caricando anche tutto l’esterno sui servizi ospedalieri attualmente disponibili non ci sarà mai il modo di servire come si deve gli utenti ricoverati (che non dimentichiamolo, hanno la precedenza) e tutta l’utenza esterna. Facciamo allora galoppare per l’Italia quei tanti dirigenti di alta fascia (ex Direttori Generali, Sanitari, Amministrativi delle aziende sanitarie) che, dopo la loro trombatura si sono abituati a stare solo seduti dietro a larghe scrivanie e in stanze climatizzate, e sperare che possano almeno essere capaci a trovare professionisti che vorrebbero tornare a lavorare nei nostri ospedali.
Andiamo ripetendo da molto tempo, e lo ripeteremo sempre, che queste figure vanno subito rimosse per far posto a veri manager che oltre ad avere ineccepibili ed incontestabili curriculum professionali dovranno veramente dimostrare i necessari successi, dovuti principalmente alla loro competenza e professionalità. Per intanto vergognatevi, responsabili degli organismi regionali e delle ASl pugliesi, e chiedete subito scusa agli oltre quattro milioni di abitanti della regione. Al Presidente della Regione Puglia e all’Assessore alle Politiche della Salute l’invito per una esauriente risposta, dato che il successo avuto alle elezioni regionali lo si deve proprio all’aver “cavalcato” quelle tante problematiche sanitarie che noi per primi avevamo ripetutamente evidenziato e le cui risoluzioni sono state, sconsideratamente, trascurate anche da chi vi aveva preceduti. Perciò: abolizione delle liste d’attesa; personale medico- infermieristico – tecnico- ausiliario delle unità operative di Pronto Soccorso; revisione del 118 ; precarietà del personale sanitario che dovrebbe garantire uno standard ottimale di assistenza; stabilizzazione “ senza concorso “ per tutto il personale Medico che opera nei Pronto Soccorso ospedalieri e che hanno i requisiti della Legge Madia (e che non prevede in nessuno dei suoi articoli alcuna specializzazione); strutture ed apparecchiature mal utilizzate; becero clientelismo se non risolti urgentemente saranno un boomerang per quello che attualmente è, anche dal 2015, solo apparenza di sanità in Puglia”.