“A me questa cosa mi costa cinque anni di consiglio comunale, sta storia”. “Abbassa la voce, ma che c… dici? Oh, non ti costa cinque anni, se lo risolviamo. Se lo risolviamo subito ti costa un anno e mezzo”. È il botta e risposta intercettato dal trojan installato dalla Digos su uno dei due telefonini tra Francesca Ferri e il compagno Filippo Dentamaro il 17 giugno 2019, circa un mese dopo l’elezione alle amministrative di Bari. Il riferimento è al prestito usuraio del boss di Valenzano Salvatore Buscemi da 60mila euro. Secondo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, la Ferri sarebbe stata costretta ad utilizzare gli stipendi di consigliera comunale per coprire i debiti maturati durante la sua campagna elettorale. “Ma io intanto sapevo che restituivi quei soldi senza nulla”, aggiunge la Ferri che a quanto pare non era informata degli interessi previsti dal prestito. “Senza nulla? Forse hai capito male perché te l’ho specificato”, la risposta di Dentamaro.
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- di: Raffaele Caruso
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