Spuntano i primi retroscena sul sistema elettorale messo in piedi da Francesca Ferri, consigliere comunale di Bari arrestato questa mattina all’alba, dal suo compagno, Filippo Dentamaro, e dall’imprenditore Nicola Canonico, numero uno del Foggia e agli arresti domiciliari, in occasione delle elezioni Comunali di Bari. I tre, secondo quanto sostenuto dalla Procura, avrebbero messo in atto “una compravendita di voti con metodo scientifico”, agendo tramite una serie di procacciatori di voti ingaggiati che avevano il compito di consegnare l’elenco degli elettori e i documenti per il successivo censimento. Per le preferenze promesse venivano versati acconti e poi il saldo dopo le elezioni. È successo pure a me alle Regionali. Sono dei truffatori”, lamenta la Ferri del fatto che alcune persone si erano tirate indietro dopo aver promesso il voto. La funzione di Canonico era quella di “garante e partecipe dell’associazione per le elezioni comunali di Bari” tra i candidati della lista “Sport Bari Di Rella Sindaco”, in cui è stata eletta la Ferri, e gli elettori, garantendo copertura economica rispetto alle promesse di voto. Avrebbe infatti “risolto le contese tra gli associati e svolto funzioni di garante, dal punto di vista finanziario, per la copertura dei debiti contratti per comprare i voti”, oltre ad aver “prestato” la sua casa per le riunioni nelle quali veniva definita la strategia.
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- di: Raffaele Caruso
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