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Mafia, la relazione della DIA: “Camorra barese si è evoluta” – LA MAPPA DEI CLAN A BARI E PROVINCIA

1 Ottobre 2022
– Autore: Raffaele Caruso
1 Ottobre 2022
– Autore: Raffaele Caruso

“In Puglia il contesto mafioso, in continua evoluzione e tradizionalmente distinto in mafia foggiana, camorra barese e sacra corona unita, ha saputo sviluppare una politica di consolidamento e di espansione caratterizzata da una penetrante e pervasiva capacità di controllo militare del territorio e da una spiccata vocazione relazionale finalizzata all’attuazione di un più evoluto modello di mafia degli affari”. È quanto si legge nella relazione semestrale della DIA presentata dal Ministro dell’interno e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del II semestre del 2021.

BARI

Nella città di Bari l’analisi dei dati riferiti al periodo in esame conferma l’esistenza di un panorama criminale estremamente frammentato in numerosi clan capaci di evolversi e di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto sociale produttivo compresi quelli che necessitano di particolari competenze tecniche come il gioco d’azzardo e le scommesse on-line. La significativa conflittualità interna delle organizzazioni mafiose è stata evidenziata anche dal questore di Bari, Giuseppe BISOGNO, che ha sottolineato come l’azione di contrasto delle Forze dell’Ordine e della magistratura abbia “reso ancora più fluida la situazione provocando un rilevante ricambio dei quadri direttivi dei clan criminali operanti sul territorio”, clan più o meno strutturati operanti in forma autonoma, in ragione dei rapporti di forza in difetto di una figura organizzativa di coordinamento”. In questo contesto continua ad emergere il fenomeno della cooptazione delle giovani leve anche minorenni desiderose di guadagnarsi un posto di prestigio e di dar prova delle loro capacità delinquenziali. Anche nel semestre di riferimento è risaltato per esuberanza nell’attività criminale ed efferatezza nelle azioni delittuose il clan STRISCIUGLIO che rappresenta uno dei sodalizi più attivi e temibili del panorama barese e la cui spregiudicatezza viene particolarmente incarnata dalle sue articolazioni operanti nei quartieri Enziteto-S.Pio-Catino e San Paolo. L’assunto trova conferma nelle operazioni del 9 settembre 2021 e del 22 ottobre 2021 che hanno ulteriormente acclarato il controllo del territorio da parte del sodalizio nell’illecito settore degli stupefacenti ma anche in quello delle estorsioni. La prima indagine condotta dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri ha evidenziato la crescente progressione dell’azione violenta della consorteria peraltro già emersa dagli esiti delle indagini confluite nell’ordinanza cautelare dell’operazione “Vortice Maestrale” dell’aprile 2021 che ha fotografato la caratura delinquenziale degli esponenti di vertice e la loro piena consapevolezza di contribuire con la propria condotta alla realizzazione degli scopi propri dell’associazione di appartenenza. Dal punto di vista dell’analisi del fenomeno criminale sembrerebbe confermata la potenza dell’articolazione del “clan della luna” oltre che nei suddetti rioni Enziteto-San Pio anche in quello di Palese, nonché la centralità della figura di un elemento che seppure detenuto riesce a comunicare direttamente con i suoi fedelissimi in libertà. Gli sviluppi investigativi della successiva inchiesta del mese di ottobre condotta dai Carabinieri hanno “permesso di ricostruire due distinte, seppur collegate, vicende estorsive poste in essere da un gruppo di soggetti, caratterizzati da spregiudicatezza e prevaricazione nel comportamento, riconducibili e/o contigui alla frangia del clan STRISCIUGLIO”. E’ emerso come l’articolazione strisciugliana del rione San Paoloagisse anche nel territorio di Modugno (BA) per il tramite di un elemento estremamente duttile e polivalente all’interno del clan di appartenenza e considerato negli ambienti mafiosi come un vero e proprio “play marker del crimine”. Sempre con riferimento al citato sodalizio risultano di particolare interesse le indagini esperite il 22 ottobre 2022 che hanno consentito di documentare le mire espansionistiche del clan della luna sul rione Madonnella di Bari da sempre controllato dalla famiglia criminale dei DI COSIMO-RAFASCHIERI sotto l’egida del clan PARISI-PALERMITI. Il rilevante quadro probatorio ha inquadrato i moventi dei gravi episodi criminosi occorsi tra il 2017 e il 2018 nell’ambito della faida per il controllo del traffico e dello spaccio di droga tra i due contrapposti schieramenti mafiosi degli STRISCIUGLIO e dei PARISI-PALERMITI la cui tensione è ormai endemica nel contesto criminale barese. Altrettanto emblematico è l’antagonismo con il clan CAPRIATI con il quale gli STRISCIUGLIO si contendono da molti anni l’egemonia anche nel centro storico. Le frizioni fra i due sodalizi potrebbero ulteriormente inasprirsi a causa dei mutamenti negli assetti criminali che spesso seguono ai taciti accordi di non belligeranza ed ingerenza. Sotto questo profilo, ad esempio, l’analisi dei fenomeni criminosi del semestre in esame non escluderebbe l’ipotesi che il gruppo MISCEO, un tempo legato al clan della luna, possa essere transitato nella confederazione mafiosa opposta costituita dagli altri clan baresi tra cui, in primis, i CAPRIATI e i DIOMEDE- EX MERCANTE a seguito della scissione con i TELEGRAFO37. Alla stessa stregua sembrerebbe che il gruppo LARIZZI intraneo ai CAPRIATI sia fuoriuscito dal sodalizio di origine per transitare in altre consorterie criminali tra cui probabilmente proprio quella degli STRISCIUGLIO. Nel contesto di instabilità criminale sopra delineato e nell’ottica dei profili evolutivi va tenuto conto di un dato rilevante che potrebbe incidere sui futuri scenari del panorama mafioso barese. La prossima scarcerazione di un elemento di rilievo del clan CAPRIATI prevista nell’ottobre 2022, infatti, potrebbe riacuire la conflittualità interna alla consorteria culminata nell’omicidio di un boss (2018) per il quale nel 2021 furono arrestati 3 soggetti del gruppo LARIZZI intranei al clan della vittima e desiderosi di conquistare un posto di rilievo nel sodalizio. Non è da escludere pertanto la probabile insorgenza di una escalation di violenza nell’intento di vendicare la morte di uno degli esponenti di maggior rilievo del clan di Bari Vecchia. Nel panorama delinquenziale del capoluogo pugliese il clan PARISI storica consorteria del quartiere Japigia continua ad essere strutturato in una serie di sottogruppi autonomi che operano in sinergia nella gestione delle attività criminali sui rispettivi territori delle aree del Capoluogo o nei Paesi dell’hinterland. Tra questi il più influente è sicuramente il gruppo PALERMITI che nel quartiere Carrassi opera in “comparanza” con gli ANEMOLO. Il recente percorso di collaborazione intrapreso da un elemento di vertice di quest’ultimo gruppo, tuttavia, potrebbe costituire motivo di fibrillazioni per il riassetto degli equilibri criminali del capoluogo pugliese e per la gestione degli affari illeciti nella provincia di Bari. Nel predetto rione, tra l’altro si erano registrate mire espansionistiche del clan CAPRIATI che per il tramite di un sodale transitato dalle fila del gruppo ANEMOLO aveva tentato di sottrarre a quest’ultima compagine criminale il controllo del territorio. Il clan PARISI-PALERMITI è stato protagonista nel semestre di una serie di reati legati al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marjuana, hashish ed ecstasy. Le connesse attività di contrasto condotte dalla Polizia di Stato hanno consentito di disarticolare il 15 luglio 2021 un sodalizio con base logistica nel quartiere San Pasquale di Bari. La specifica indagine ha tra l’altro confermato la sinergia tra le compagini criminali che non esitano ad organizzarsi per riuscire a dare maggiore impulso alle attività illecite massimizzando i guadagni e minimizzandone i rischi anche grazie al ricorso a soggetti di sesso femminile considerati elementi in grado di ridurre i sospetti delle forze dell’ordine e quindi eventuali controlli nel momento del trasporto delle sostanze stupefacenti. Come verrà meglio analizzato nella pubblicazione della prossima relazione Semestrale il clan PARISI è stato recentemente colpito dall’indagine “Levante” del 15 febbraio 2022 condotta dalla DIA e dalla Guardia di finanza. Secondo l’impostazione accusatoria le ipotesi di reato contestate riguardano innanzitutto le presunte condotte illecite di soggetti organici a una prima associazione criminale attiva nel capoluogo pugliese e in Lombardia. Le ulteriori investigazioni hanno consentito di accertare la presunta esistenza di un altro sodalizio criminale di carattere transnazionale con base operativa in provincia di Bari e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti in evasione delle accise dovute all’Erario. In tale secondo filone investigativo sono state ricostruite una pluralità di intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan PARISI di Bari in favore di terzi prestanome scevri da precedenti di polizia e penali. Dalle indagini è emerso che attraverso un sistema di aziende consorziate l’organizzazione avrebbe sviluppato un volume di affari pari a circa 170 milioni di euro. I proventi così illecitamente realizzati sarebbero stati reinvestiti anche nel narcotraffico. Proprio in tale specifico settore dell’illecito i riscontri investigativi del semestre in esame confermano come i proventi generati dall’ingente quantitativo di droga commercializzata costituiscano ancora una delle principali fonti di arricchimento per la criminalità organizzata. Nel traffico di sostanze stupefacenti la malavita strutturata barese sfrutta sia i canali di approvvigionamento nazionali che quelli esteri dimostrando una elevata propensione alla collaborazione con organizzazioni criminali straniere soprattutto quelle albanesi le quali riescono a gestire anche in forma autonoma una fetta di mercato criminale senza sovrapporsi alla criminalità autoctona. Ne è ulteriore conferma l’operazione “Shpirti” del 2 luglio 2021 condotta dalla DIA e dalle Autorità Albanesi con l’ausilio internazionale dell’Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese. L’inchiesta che costituisce lo sviluppo investigativo in Albania delle Operazioni “Shefi” (2018) e “Kulmi” (2020) ha consentito di ricostruire anche con il supporto delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia di nazionalità albanese fenomeni di corruzione, abuso d’ufficio e riciclaggio, nonché l’intera “filiera” dello stupefacente con riferimento alla coltivazione, alla produzione, alla raccolta, allo stoccaggio ed alla spedizione verso le coste pugliesi a bordo di potentissimi gommoni oceanici. E’ stata accertata l’esistenza di 4 potenti gruppi criminali operanti in Albania ed in contatto con soggetti contigui alle organizzazioni baresi in grado di spedire in Europa, approdando in Puglia, ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente. Le misure cautelari personali hanno riguardato anche pubblici ufficiali che in Albania hanno garantito la piena sicurezza della spedizione e del trasporto dello stupefacente destinato alla coste pugliesi. In via evolutiva non si esclude che la criminalità barese possa temporaneamente cercare di valorizzare maggiormente anche settori a ridotte mire espansionistiche come quello dei furti e delle rapine perpetrate in danno delle attività commerciali o dei portavalori e autotrasportatori. La vitalità e la forza delle consorterie criminali si esprime anche attraverso le infiltrazioni nel settore pubblico nel cui ambito le attività investigative condotte nel semestre hanno documentato la spregiudicatezza dei clan in grado di avvicinare personaggi di vertice della Pubblica Amministrazione strumentalizzandoli a proprio piacimento. Tale assunto trova riscontro nella citata indagine del 22 ottobre 2022 che ha interessato il clan PARISI e dove sono emersi collegamenti tra un pubblico ufficiale e “la criminalità del quartiere di Japigia”. Sul fronte del contrasto all’infiltrazione criminale nell’economia legale l’inchiesta “Veritas”, condotta dalla Guardia di finanza il 20 ottobre 2021, rappresenta l’epilogo di articolati approfondimenti investigativi a tutela della spesa pubblica nazionale per verificare la regolare percezione del reddito di cittadinanza. Dalle investigazioni è emerso che in violazione della normativa di riferimento numerosi richiedenti il beneficio hanno omesso di comunicare di essere gravati da una sentenza penale di condanna definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso o per altre fattispecie delittuose connesse con attività mafiose. Nello specifico è stata accertata l’illegittima erogazione del beneficio ai conviventi di boss ed esponenti di primo piano della criminalità barese segnatamente riferita ai clan CAPRIATI e DI COSOLA STRISCIUGLIO e DIOMEDE-MERCANTE nonché di quella attiva nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani in particolare riconducibile al clan CANNITO-LATTANZIO. Anche nel semestre in esame si è rilevata a Bari una cospicua disponibilità di armi, comprovata dai numerosi sequestri eseguiti a carico di pregiudicati affiliati ai clan ma anche di incensurati”.

BARI E PROVINCIA

La contiguità dell’area urbana con quella “metropolitana” favorisce l’interazione criminale tra il capoluogo barese ed i comuni della provincia dove attraverso un radicamento “a macchia di leopardo” i sodalizi cittadini tendono ad esercitare la propria influenza su gran parte delle attività delittuose localmente condotte. Lo spaccato analitico in argomento si manifesta con una spartizione delle aree di influenza stabilita sulla base del rapporto di forza e talvolta coinvolgente anche piccole strutture criminali straniere. Come per la città di Bari anche in provincia gli interessi delle consorterie convergono verso la gestione del mercato degli stupefacenti e delle estorsioni e che si confermano principale fonte di reddito e strumento di affermazione di potere sul territorio. Non mancano comunque le ramificazioni e le infiltrazioni nel settore della Pubblica Amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella cd “zona grigia”. E’ ciò che emerge dai riscontri giudiziari dell’inchiesta “Logos” che nel territorio murgiano in particolare ad Altamura (BA) e comuni limitrofi ha fotografato la perdurante operatività dell’organizzazione criminale del clan LOIUDICE “caratterizzato da un composito programma criminale e da uno speculare apparato strutturale articolato in più comparti operativi”. Fruendo della fama criminale dell’associazione mafiosa originaria quella facente capo ai DAMBROSIO e adottandone i modelli di organizzazione e i rituali di adesione il clan ha esercitato una efferata forza intimidatrice “con un’operatività non limitata al traffico di sostanze stupefacenti ma estesa a svariati settori in cui si s’inseriscono l’acquisizione della gestione o del controllo di attività economiche, concessioni, appalti e servizi pubblici”. La fitta rete di contatti criminali intessuta con molti operatori economici dimostra la capacità di inquinare il tessuto economico di interi distretti spingendosi fino a Matera, Montescaglioso (MT), Miglionico (MT), Triggiano (BA) e Grumo Appula (BA). Come “metastasi tumorale in grado di infettare ogni ganglio della società civile”, puntava ad influenzare anche la pubblica amministrazione, accreditandosi persino quale riferimento per la risoluzione di controversie di natura privata tra cittadini, alcuni dei quali richiedevano l’intercessione del capo clan per risolvere problemi contingenti”. Emblematica anche la natura mafiosa delle attività di controllo del mercato dello stupefacente dove il clan operava in regime di monopolio con ripartizione di ruoli e responsabilità impedendo che terzi soggetti estranei all’associazione potessero spacciare. Altrettanto significativa era la disponibilità di una cassa comune per finanziare le attività illecite “ovvero volta a supportare le necessità dei sodali anche garantendo l’assistenza legale in caso di arresto”. L’indagine ha consentito, inoltre, di appurare anche la consumazione di reati contro il patrimonio come furti ed estorsioni, delitti in materia di reclutamento e sfruttamento della prostituzione di alcune donne di nazionalità straniera, nonché altre fattispecie riconducibili alla turbativa d’asta immobiliare. Sotto quest’ultimo profilo al fine di assicurare il sostentamento economico del clan e degli affiliati il sodalizio si adoperava per far vincere agli interessati alcune gare per pubblici incanti di edifici e terreni posti all’asta in cambio di denaro pari ad una percentuale dell’importo di aggiudicazione, costringendo gli altri partecipanti all’asta a desistere dal presentare offerte al rialzo. L’ombra lunga della mafia barese si estenderebbe anche sul territorio di Bitonto (BA) dove il clan PARISI ha consolidato l’alleanza con la compagine CIPRIANO uscita dalla sfera protettiva del clan STRISCIUGLIO. Parallelamente il clan CAPRIATI si sarebbe alleato con quella dei CONTE recentemente protagonista di un vero e proprio sistema di “welfare” illegale connesso al settore degli stupefacenti. La stabilità e la permanenza del vincolo associativo del clan CONTE si fonda sulla efferata capacità del suo boss che nonostante la detenzione in carcere riuscirebbe a gestire i propri sodali nelle remunerative attività illecite inserendo nel circuito criminale anche giovani leve. Sempre nel territorio murgiano si segnala la presenza di compagini mafiose speculari delle più grandi consorterie del capoluogo barese e che operano con le stesse strategie delittuose delle più grandi associazioni cittadine. A Cassano delle Murge ad esempio ma anche a Gioia del Colle, Valenzano e parte di Adelfia emergerebbe la figura di assoluto spessore di un elemento ritenuto affiliato al clan PARISI il quale avrebbe reclutato alcuni pregiudicati dei comuni limitrofi, già rientranti nella sfera d’influenza dei clan ex STRAMAGLIA e DI COSOLA il cui arretramento ha creato un vuoto così prontamente colmato. Nella stessa area geografica il clan di Japigia sarebbe presente a Toritto con il gruppo ZONNO in passato legato ai DI COSOLA, nonché a Gravina in Puglia per il tramite dei FIORE-RISOLI in collegamento con i MANGIONE-LOGLISCI e attivi nel settore degli stupefacenti. Attraverso la frangia dei PALERMITI il clan PARISI opererebbe anche nei comuni costieri di Mola di Bari, Polignano a Mare, Torre a Mare e Monopoli. Referenti e luogotenenti dei PARISI opererebbero anche a sud del capoluogo e precisamente ad Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Capurso, Cellamare e Conversano. Il comune di Noicattaro nell’hinterland a sud del Capoluogo, già interessato in passato da fenomeni criminali di particolare virulenza vedrebbe il ritorno in auge di un elemento di elevato spessore criminale già facente parte in posizione di vertice del cosiddetto clan di POGGIOALLEGRO un’articolazione periferica del clan PARISI attivo fino agli anni ’90. A Corato dove sembrerebbero regredite le mire espansionistiche manifestate dal clan CAPOGNA di Andria si registra la presenza di soggetti organicamente inseriti tra le fila della consorteria dei CAPRIATI che estenderebbero la propria influenza anche nei comuni di Ruvo di Puglia e Putignano dell’area murgiana e, a sud del capoluogo, nel territori di Mola di Bari e Valenzano. In quest’ultimo comune il 26 ottobre 2021 si è consumato il tentato omicidio di un pregiudicato considerato vicino ad un gruppo criminale riconducibile ai PARISI. Ciò a conferma di come le conflittualità distintive del contesto mafioso metropolitano si riflettano specularmente nei territori della provincia. Nell’area di Rutigliano a seguito delle ultime inchieste contro i CAPRIATI e l’evanescenza del clan DI COSOLA si registra l’attività di gruppi poco strutturati che essendo dediti in regime concorrenziale alle stesse attività delittuose arrivano anche a scontrarsi tra loro facendo ricorso alle armi. Tra gli obiettivi di colonizzazione dei CAPRIATI rientrerebbero anche i comuni del nord barese di Molfetta, Giovinazzo64, Terlizzi, Triggiano e Palo del Colle. Per quanto concerne invece la compagine mafiosa degli STRISCIUGLIO sembrerebbero operare validi referenti nel comune di Bitonto e a Conversano laddove alcuni elementi un tempo riconducibili ai PARISI sarebbero transitati tra le fila del clan della luna. Anche nel territorio di Palo del Colle gli STRISCIUGLIO concentrerebbero la loro potenza criminale grazie ad un referente capace di contrastare le ingerenze di una contrapposta organizzazione bitontina operante anch’essa in quell’area nello specifico settore illecito degli stupefacenti. Non si hanno evidenze nel semestre circa l’attuale operatività dei CASSANO-DI CATALDO legati ai DIOMEDE di Bari, dei MODUGNO affiliati al clan STRISCIUGLIO e dei gruppi MATERA e GIGANTE. Anche i reati contro il patrimonio e in particolare le rapine consumate nei confronti dei portavalori e degli autotrasportatori di generi alimentari costituiscono un business di interesse per la criminalità locale. Sotto il profilo dell’aggressione ai patrimoni criminali si segnala la confisca eseguita il 22 luglio 2022 a carico di un soggetto il cui patrimonio accumulato nel corso degli anni e costituito anche da beni fittiziamente intestati a terze persone è risultato essere provento derivante dalle attività illecite. Di interesse anche l’esecuzione da parte dei Carabinieri di un decreto di sequestro anticipato operato a Molfetta il 23 settembre 2021 nei confronti di un pregiudicato nel passato intraneo al clan TELEGRAFO”.

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