Annullata la condanna a 20 anni per Filippo Capriati, nipote del boss Tonino. Lo ha deciso la Corte di Cassazione. Sarà la Corte d’Appello con un nuovo processo a decidere in merito all’accusa di associazione a delinquere per traffico di droga. Definitiva, invece, la sentenza di secondo grado in cui è stato riconosciuto il ruolo di Filippo quale promotore del nuovo sodalizio criminale e il fatto che il clan in questi anni abbia esercitato un controllo mafioso all’interno del Porto di Bari.
Durante il processo in cui si discuteva dell’esercizio mafioso nel Porto, Filippo Capriati è stato l’unico tra gli imputati a non rinunciare ai motivi d’appello, come si evince su Repubblica, sbandierando la sua non colpevolezza. I giudici hanno effettivamente accolto la parte del ricorso in merito al traffico di droga, il cui capo di imputazione aveva fatto alzare la pena a 20 anni di reclusione.
Stando alle indagini della Direzione distrettuale antimafia, nel Porto di Bari il clan Capriati aveva il monopolio con infiltrazioni di affiliati in cooperative che gestivano alcuni servizi. E proprio grazie a questo avrebbe controllato anche alcuni traffici.