Michele Verdi, titolare 53enne di un’azienda zootecnica tra Laterza e Altamura, ha deciso di farla finita nel luogo in cui aveva costruito i sogni, infranti a causa dei debiti. Nel 2013 la sua masseria era stata messa all’asta, ma solo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 erano iniziate le vendite che gli avrebbero potuto far restituire i soldi a due società di recupero crediti. L’allevatore aveva acceso un mutuo agrario di 60mila euro, ma le difficoltà, i creditori e la pandemia non erano riusciti a risollevarlo e gli servivano ancora 40mila euro per saldare il suo debito. Il valore dell’immobile inizialmente era di 330mila euro, come stabilito da una perizia, ma tutte le vendite sono andate a vuoto. Con l’aiuto del suo avvocata abbassa il valore dell’immobile al 25%, fino a un decimo del valore iniziale, ovvero poco meno di 25mila euro. Aveva trovato un accordo con i suoi creditori, sospendendo l’istanza di sospensione delle vendite, a fronte di un versamento di un acconto. Verdi però non ha i soldi e così la vendita non viene annullata e resta fissata per il 16 gennaio. Il 4 gennaio c’era qualcuno che voleva comprare l’immobile. Verdi non ha retto il colpo. Aveva tentato in tutti i modi di salvare la sua azienda ma non era riuscito a farlo. Per questo quel giorno, nel capannone più lontano, si è impiccato. L’avvocata sta facendo di tutto per tutelare la moglie di Michele Verdi e così, all’indomani della morte dell’uomo, il giudice ha disposto la sospensione della vendita dell’immobile prevista per martedì 16 gennaio. L’avvocata Antonella Semeraro ricorda con commozione Michele. “Un uomo buono e un grande lavoratore. Lavorava da mattina a sera, sempre con i suoi animali, sul trattore o in giro a distribuire il latte e i suoi prodotti. Lavorava così tanto che non aveva tempo di stare al telefono. Aveva una grandissima dignità, sarà difficile dimenticarlo”.
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- di: Raffaele Caruso
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