La Procura di Bari vuole fare chiarezza attorno alle dimissioni di Alfonso Pisicchio, dall’incarico di commissario dell’Arti, arrivate poco prima del suo arresto nel pomeriggio del 10 aprile. Un giallo che ha sin da subito insospettito gli inquirenti viste le tempistiche. Per questo motivo nei giorni scorsi è stata acquisita la delibera della Regione sul cambio al vertice dell’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione.
È spuntato in queste ore un messaggio del governatore Emiliano inviato a Pisicchio la mattina del suo arresto. A rivelarlo sarebbe stato proprio l’ex assessore e commissario dell’Arti nell’interrogatorio di garanzia di lunedì. “Mi disse: c’è un’indagine su di te, dimettiti o ti caccio”, le parole di Pisicchio che ha presentato una chat Whatsapp tra i due grazie ad alcuni screenshot effettuati. Un messaggio che ha spiazzato Pisicchio, tanto da fotografare la conversazione e girarla ai più stretti familiari, prima di parlarne al telefono con la moglie. Il suo telefonino è stato poi sequestrato e affidato ad un consulente informatico che andrà a caccia di ulteriori elementi.
Coincidenza o fuga di notizie? La vicenda dovrà essere approfondita. Qualcuno sembra aver avvisato Emiliano dell’indagine giudiziaria su Pisicchio, ritenuta archiviata ma in realtà ancora aperta. Emiliano si è rifugiato nel silenzio e non ha voluto commentare l’accaduto. Dall’entourage filtra che il governatore non è indagato e che è disposto, eventualmente, a parlare con i magistrati, fornendo la propria versione di fatti. Sarebbe coinvolta infatti una terza persona.
Bisogna fare i conti anche con i risvolti politici e l’ennesima pagina che travolge la politica pugliese. “Emiliano avrebbe detto a Pisicchio: dimettiti o ti caccio. Se i fatti corrispondono al vero, si tratta di un doppio scandalo. Qualcuno tra gli inquirenti informava Emiliano e come faceva a sapere dell’indagine? Emiliano usa le informazioni ricevute per gestire i rapporti politici in Puglia. E lo fa in modo arrogante e violento”, le parole di Matteo Renzi, leader di Italia Viva e nemico numero uno del governatore pugliese.
“La situazione in Puglia è sempre più preoccupante. Ci sono diverse cose che non tornano. Chi è la talpa che ha informato Emiliano? Cosa sta realmente succedendo in Puglia? Date le sue precedenti e più che discutibili dichiarazioni sul sindaco Decaro, è assolutamente necessario che Emiliano venga in commissione Antimafia a chiarire”, le parole della senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, che tira in ballo anche il retroscena sulla visita a casa della sorella del boss Capriati, in compagnia di Decaro.
“Pensavamo che Emiliano avesse solo cattive frequentazioni. Invece deve aver conservato qualche contatto con la magistratura. Oltre a frequentare le sorelle dei boss, frequenta ancora qualche persona autorevole che lo avvisa. Peccato che possa aver avuto notizie che dovrebbero essere coperte dal segreto. E vicende di questo tipo costituiscono un reato – afferma Maurizio Gasparri, capogruppo in Senato di Forza Italia -. Chiediamo pubblicamente a Emiliano: è per caso indagato visto che acquisire ed utilizzare notizie riservate è un reato? È ancora disponibile a raccontare che la revoca di Pisicchio pochi minuti prima del suo arresto è stata una pura coincidenza? Qualcuno ha aperto un’inchiesta nei confronti di Emiliano? La sinistra pugliese sta uscendo a pezzi da questa inchiesta. Chissà cosa dirà la leader del Pd, Schlein, sempre pronta a urlare contro Tizio o contro Caio.
“A Bari c’è un sistema di potere che è riuscito a rimuovere ogni confine tra legale e illegale. A Bari e in Puglia c’è un gruppo di intoccabili a cui tutto è concesso, normalizzando anche fenomeni assolutamente patologici. C’è sistema di potere che si fonda su incarichi e fiumi di danaro utili al consenso. Un sistema politicamente orientato attorno ad Emiliano e Decaro. È un dovere arginare una deriva pericolosa, fatta da intoccabili e da cerchi magici, dall’arroganza di chi pensa di regnare anziché amministrare la cosa pubblica. Non è una questione morale, è una questione democratica”, rincara la dose il vicepresidente dell’Antimafia, il deputato forzista Mauro D’Attis.