Campagna elettorale nei Caf e patronati di tutta Italia. Si tratta di una cattiva abitudine particolarmente diffusa contro cui a intermittenza vengono presentate denunce di ogni tipo. Un patronato, infatti, assicura servizi di pubblica utilità pagati dallo Stato, ovvero soldi pubblici. E per questo che in tanti si indignano quando dopo la richiesta di un ISEE, un 730, un bonus libri, di un assegno unico ricevono il santino o il fac-simile per votare questo o quel partito. Sul fotofinish di questa breve e intensa e a tratti vergognosa campagna elettorale siamo andati a capire se il patronato EPas di via Pitagora al quartiere Japigia di Bari fosse stato trasformato in un comitato elettorale come segnalatoci da alcuni cittadini. Sulle scrivanie centinaia di bigliettini vari a sostegno di Calenda, Renzi e i loro derivati, in questo caso a sostegno del candidato Massimo Cassano.
Ad accoglierci Mino Boccasile, fedelissimo di Cassano, 55 anni, una licenza media, consigliere del I Municipio di Bari. Boccasile, tra l’altro, ha anche partecipato al concorso per l’assunzione all’Arpal (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) l’agenzia il cui direttore generale, “in aspettativa elettorale”, è manco a dirlo Massimo Cassano. Coincidenze, si intende, perché ognuno, indipendentemente da parentele, amicizie o affinità politiche ha uguali diritti e doveri. Boccasile, infatti, per sua stessa ammissione è dovuto tornare a studiare dopo decenni per cercare di superare la severissima selezione imposta dall’Arpal per titoli e colloquio. Uno smacco ai tanti laureati, in alcuni casi con master, che evidentemente hanno sottovalutato la difficoltà del concorso pubblico, pensando di partecipare senza ripassare le materie studiate per una vita intera. Al netto di quanto prevede la legge noi stessi, e molti altri, in passato abbiamo segnalato l’inopportunità di trasformare i comitati elettorali in centri di assistenza fiscale e patronati. Nell’era della digitalizzazione, infatti, può ancora capitare che qualche sprovveduto possa pensare all’esistenza di un legame tra il voto e il “servizio pubblico” ricevuto. Ringraziamo il consigliere Boccasile per non essersi sottratto alle nostre domande, ma gli suggeriamo per la prossima campagna elettorale di mettere santini e fac-simile in un cassetto, come fatto da alcuni suoi colleghi in altri Caf e patronati.