Abbiamo grande rispetto per gli amministratori di sostegno, un po’ meno comprendiamo un sistema di tutela colto migliaia di volte in fallo. La storia di Michelina ha commosso tanti nostri lettori. Ieri, quando siamo tornati sul posto per documentare lo sgombero della casa in via Savonarola, ad Adelfia, abbiamo scoperto che in realtà l’operazione era iniziata già il giorno prima. Ci siamo chiesti se l’amministratore di sostegno non si vergognasse delle condizioni in cui ancora viveva Michelina, donna di 60 anni, con conclamati problemi psichici.
Nel suo appartamento avevamo trovato centinaia di blatte, una sporcizia evidente, suppellettili e indumenti accatastati, il bagno in cattive condizioni e un giardino inguardabile; senza contare lo stato del giardino. Insomma, Michelina ai nostri occhi è apparsa una donna in grande difficoltà, incapace di badare elle minime esigenze della vita quotidiana. La storia di Michelina, che vi racconteremo in un altro servizio, è agghiacciante. Il suo dramma dura da decenni e i primi aguzzini sono stati la mamma e il papà.
Una situazione denunciata mille volte e a chiunque dai vicini, senza che nessuno sia mai intervenuto seriamente per evitare a Michelina di continuare a vivere come la peggiore delle bestie. Il nostro dovere è quello di raccogliere testimonianze, verificare cosa realmente è stato fatto per la donna, apparsa visibilmente provata durante lo sgombero non più rinviabile. Oggi siamo tornati a casa di Michelina e abbiamo incontrato il suo amministratore di sostegno, restio a essere inquadrata – seppure su suolo pubblico -, ma soprattutto per niente disposto a rispondere alle nostre domande. Dopo un lungo “inseguimento”, essersi rifugiata in un negozio di elettrodomestici e in una farmacia, siamo riusciti ad apprendere dalla sua voce che non ha colpe, che può dimostrarlo e lo farà nelle sedi opportune contro ciò che è stato detto. Poniamo domande, con la speranza di avere risposte.
Spesso il nostro lavoro e infame, perché ci espone a rischi di ogni tipo. Per Michelina e la vicina di casa che ha chiesto il nostro aiuto abbiamo deciso di andare fino in fondo. Vorremmo capire chi avrebbe potuto fare qualcosa per strapparla prima a quell’inferno, senza dover necessariamente aspettare il clamore mediatico. Dal canto nostro ribadiamo che non è una questione personale, non abbiamo alcun interesse e quindi restiamo a disposizione di chiunque volesse chiarire ciò che stiamo verificando con il passare delle ore.
Peccato che a causa del “teatrino” non sia stato possibile eseguire oggi la disinfestazione.