“Quello che è accaduto ieri sera sul lungomare Colonna di Molfetta è inaccettabile, intollerabile, ingiustificabile”. A parlare è il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, in merito a quanto accaduto nella città per mano di una baby gang che sta creando scompiglio nel paese. “Non si può accettare che un gruppo di giovani, tutti infrasedicenni secondo le voci raccolte, si presentino fuori da una comunità, ai cui operatori diamo vicinanza e solidarietà, armati di spranghe di metallo; non si può tollerare il fatto che si sentano in diritto di muovere azioni al di sopra della giustizia anzi, da veri delinquenti; non si può giustificare, in alcun modo, neppure pensando alla loro giovane età, al loro evidente disagio, il loro comportamento”.
“I Carabinieri, i nostri agenti di Polizia locale, che svolgono attività di polizia vera e propria da qualche anno, sono intervenuti fermandone quattro. Alcuni di quei delinquenti in erba, perché di questo si tratta, sono stati individuati e il Procuratore dei Minori ha disposto la denuncia a piede libero e li ha affidati alle famiglie. A quelle famiglie, la cosa non è opinabile, che hanno fallito nella educazione dei loro figli. Famiglie che, con ogni probabilità per i motivi più diversi, hanno demandato alla tv, ai social, ai videogames l’educazione dei loro rampolli; che, magari, non si sono preoccupati del fatto che i loro figli fanno parte di una associazione pericolosa. Ecco sono stati affidati alle famiglie gli autori di un episodio di guerriglia urbana. Chiederò di poter incontrare i genitori di questi ragazzi. Voglio guardarli in viso. Voglio capire perché. Soprattutto voglio provare, con il supporto dei Servizi sociali, a recuperare il recuperabile e, se sia possibile avviare anche i genitori ad un processo di rieducazione di sostegno. Questi ragazzi hanno creato un sodalizio, si sono organizzati. Hanno premeditato e preparato l’assalto ad una Comunità. La Giustizia minorile deve considerare la valenza associativa dell’organizzazione minorile che non può essere tollerata. In questa vicenda ognuno deve fare la sua parte” conclude.