Mercoledì 4 ottobre 2023, nel Tribunale di Bari, avanti il giudice dott. Francesco Vittorio Rinaldi, ha patteggiato la pena di un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, Donato Labate, 24 anni, di Putignano, accusato e ora anche condannato per il reato di omicidio stradale per aver causato, il 20 giugno 2022, a Monopoli, il tragico incidente costato la vita a un ottantaquattrenne del posto, Luigi Ricco. All’imputato è stata altresì comminata la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per sei mesi e dovrà pure rifondere alla parte offesa le spese legali di costituzione di parte civile: i familiari dell’anziano si sono affidati a Studio3A e all’avv. Fabio Ferrara del foro di Bari.
L’incidente è accaduto il 20 giugno dello scorso anno, alle 4.40, lungo la Strada Provinciale 81, all’altezza del chilometro 6+500, a Monopoli in contrata Paretano, poco dopo l’intersezione con la strada “Canale di Pirro”, e la sua dinamica, le cause e le responsabilità sono state ricostruite nel dettaglio dalla perizia cinematica disposta dal Pubblico Ministero della Procura di Bari titolare del relativo procedimento penale, la dott.ssa Angela Maria Morea, che ha subito iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale il giovane automobilista. Consulenza affidata al dott. ing. Salvatore Mattia e alle cui operazioni peritali ha partecipato e dato il proprio contributo, quale consulente tecnico di parte, anche l’ing. Pietro Pallotti messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti i familiari della vittima, attraverso il responsabile della sede di Bari e Area Manager Puglia Sabino De Benedictis, unitamente all’avv. Fabio Ferrara.
Il pensionato, che nonostante l’età godeva di ottima salute ed era ancora in forma, come faceva ogni mattina, di buon’ora, si stava dirigendo in un terreno di sua proprietà alla guida di un trattore stradale Same Delfino con un erpice a rimorchio per lavorare i campi. Ed è qui che il suo destino ha fatalmente incrociato quello di Labate che percorreva la Sp 81 nella stessa direzione della macchina agricola, Putignano-Fasano, su un una Fiat Panda, “in condizioni non regolamentari, viaggiando a una velocità di 75 chilometri all’ora, superiore al limite, debitamente presegnalato, di 60 km/h, in orario notturno, su strada priva di illuminazione pubblica” come ha scritto il magistrato inquirente, sulla scorta della perizia, nella richiesta di rinvio a giudizio formulata a carico dell’indagato al termine delle indagini preliminari.
L’automobilista, prosegue il magistrato, “nel tentativo di sorpassare il trattore agricolo condotto da Ricco, che lo precedeva nello stesso senso di marcia, lo tamponava e urtava contro l’erpice agganciata al trattore. E per effetto della collisione entrambi i veicoli ruotavano di 180 gradi per poi ribaltarsi sui rispettivi lati di guida”, con conseguenze devastanti, perché l’anziano ha avuto l’ulteriore sventura di rimanere schiacciato sotto il pesante mezzo. I vigili del Fuoco di Putignano, accorsi in loco, lo hanno liberato ed estratto vivo affidandolo alle cure dei sanitari del 118, che lo hanno condotto in ambulanza al Policlinico di Bari, dov’è stato ricoverato in Rianimazione, ma purtroppo i medici non hanno potuto nulla per salvarlo, troppo gravi ed estesi i politraumi, soprattutto cranici e toracici, riportati: l’ottantaquattrenne è spirato dopo una settimana di agonia, il 27 giugno 2022. E ciò, conclude il Pm, “a causa della suddescritta condotta di guida dell’imputato, da un canto imprudente e negligente (colpa generica), dall’altro canto contraria alle statuizioni del Codice della Strada (colpa specifica per violazione degli articoli 140, 141 e 142 C.S.)”.
Si è così arrivati all’udienza preliminare del 21 giugno nel quale uno dei figli di Ricco si è costituito parte civile con l’avvocato Ferrara e il difensore dell’imputato ha chiesto l’autorizzazione alla citazione del responsabile civile, la compagnia di assicurazione della vettura, HDI, che ha risarcito solo in minima parte i familiari, con rinvio dell’udienza al 4 ottobre appunto, all’esito della quale Labate, di fronte alle sue schiaccianti responsabilità, ha patteggiato un anno e quattro mesi. Almeno un po’ di giustizia per la moglie, i tre figli, i numerosi e amati nipoti e i due fratelli della vittima, anche se la pena è poca cosa rispetto alla grave perdita che hanno subito e se, non bastasse tutto ciò, saranno costretti anche ad intentare un’azione civile nei confronti di HDI per essere adeguatamente risarciti.