“Ho fatto una cazzata”. Sono le parole proferite ai Carabinieri da Giuseppe Ambroiola, l’uomo originario di Conversano che ha accoltellato la sua ex compagna di 35 anni, Addolorata Colavitto, ieri mattina a Monopoli, con cui aveva avuto una relazione e un figlio. L’uomo ha confermato di essersi accanito con inaudita violenza sul corpo della sua ex trafiggendolo una ventina di volte con un coltello e riducendo la donna in fin di vita. Da ieri è sottoposto a fermo per tentato omicidio.
“Mi ha rovinato la vita”, ha scritto in un biglietto lasciato alla sua ex suocera. Perché era convinto che la ex, sua coetanea e impiegata in una azienda agricola, lo tradisse. Più volte avevano litigato, più volte era finita male tanto che lei lo aveva denunciato per maltrattamenti e atti persecutori. Aveva paura di lui, tanto da portare con un sé un mattarello in legno. Lo stesso che sua madre ha usato nell’estremo tentativo di difenderla colpendo alla testa l’uomo che, nonostante perdesse sangue, continuava a infierire sul corpo martoriato della figlia.
Ora è in stato di fermo perché poteva fuggire, così come ha fatto all’alba di ieri dopo aver aggredito la vittima. In quei minuti in cui vagava in auto, ha telefonato al suo datore di lavoro “Ho accoltellato la mia compagna. Le ho dato tante coltellate che spero sia morta. Io poi mi ammazzo”, le parole dette al telefono. Non lo ha fatto perché i carabinieri sono riusciti a geolocalizzarlo attraverso lo smartphone e a bloccarlo. A loro ha detto che si sarebbe consegnato solo se fosse stato sicuro che il figlio avuto dalla vittima sarebbe stato tolto alla madre. Parole deliranti messe nere su bianco su un altro biglietto indirizzato al figlio. Perché il 35enne, agricoltore con diversi precedenti penali, aveva preparato tre brevi lettere: per la madre della ex, per i suoi genitori e per il bambino di appena tre anni.