Avviati i lavori del Consiglio regionale con l’invito della presidente Loredana Capone, a riflettere su cosa si può e si deve fare per arrestare quella che è una vera e propria strage, ricordando la giovane Giulia Cecchettin, la centocinquesima donna uccisa da un uomo in Italia dall’inizio dell’anno.
“Siamo tutti consapevoli – ha detto la presidente – che bisogna intervenire subito con azioni concrete e mai fermarsi alla retorica delle dichiarazioni. La Regione da anni si impegna a sostenere le donne vittime di violenza, lo fa attraverso il sostegno ai CAV, lo fa in tanti modi, ma dobbiamo trovare tutte le modalità possibili per fare di più. Dobbiamo intervenire sulla prevenzione e bisogna mettere in campo azioni finalizzate a sovvertire la cura patriarcale che ha ancora radici profonde nella nostra società, e non c’è distinzione di età visto che tra le vittime e i carnefici ci sono giovani donne e giovani uomini”.
“Le donne negli ultimi decenni – ha proseguito la presidente Capone – grazie anche ai movimenti e alle associazioni femministe, hanno fatto grandi passi avanti nella conquista dei diritti e delle libertà. Ma questo percorso non è ancora maturato, tra gli uomini. Per questo serve intervenire già dall’infanzia, seminando valori che educhino alla parità e all’uguaglianza. Questi devono diventare concetti scontati, intrinsechi nella natura di ciascuno di noi.
In questo percorso un ruolo fondamentale lo hanno la famiglia e la scuola. Non possiamo fondare tutto sulla scuola, dobbiamo lavorare anche con le famiglie, nelle famiglie, ed è da qui che dobbiamo partire per insegnare il rispetto e l’essenza vera dell’amore, che non è mai possesso. Dobbiamo parlare con i nostri ragazzi e ascoltarli”.
“Sono certa – ha detto la Capone – che la Regione Puglia intende fare la sua parte, sostenendo anche con proprie risorse, un percorso socio educativo dedicato all’affettività, con la realizzazione di percorsi con gli studenti, ma anche con i docenti, con i genitori e con il personale scolastico. L’obiettivo è promuovere il rispetto della persona con la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni di ogni tipo”.
“C’è una legge all’ordine del giorno del Consiglio regionale – ha evidenziato la presidente dell’Assemblea – con la quale si intende intervenire proprio sui percorsi socio educativi. È una legge che richiede la necessità di un notevole approfondimento e che sarà affrontata in un prossimo Consiglio, con l’obiettivo, di tutti di promuovere il rispetto della persona, con la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni di ogni tipo”.
“Siamo vicini alla famiglia di Giulia, a suo padre Gino, che ringraziamo per il suo grande esempio di forza e di coraggio, e il nostro abbraccio va a sua sorella Elena. Voglio dirle che non sarà sola in questa battaglia, per questo colgo il suo appello e non vi chiederò il minuto di silenzio: non sia mai che quel minuto di silenzio segnali un’inerzia, ma vi chiedo di intraprendere, insieme con noi, tutti insieme, questa rivoluzione”.
Ha fatto seguito l’intervento del presidente della Giunta regionale Miche Emiliano, il quale ha detto che il suo desiderio è che la Giunta insieme al Consiglio diano vita ad un meccanismo di coordinamento permanente di tutte le attività regionali, sia gestionali che legislative, in connessione con i Comuni, che monitori permanentemente le situazioni di particolare gravità sia dal punto di vista delle regole generali e quindi dell’istituzione di strategie e percorsi veri e propri. Da qui, l’invito del presidente Emiliano di valutare la possibilità di elaborare congiuntamente una strategia che consenta un intervento nella vita degli uomini che per una ragione qualsiasi diano la sensazione di non essere capaci di gestire il loro ruolo, finalizzati alla sicurezza delle donne che gli vivono vicino.
Numerosi gli interventi che si sono susseguiti da parte dei consiglieri regionali, con l’impegno di rafforzare le iniziative da mettere in campo, dopo l’intervento dell’assessore regionale al welfare Rosa Barone, nel corso del quale ha elencato le iniziative avviate dalla Regione Puglia a partire dalla legge regionale n. 29 del 2014 per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime e la promozione della libertà e l’autodeterminazione delle donne. A questa si è aggiunta la rete formata da ventotto Centri antiviolenza, pubblici e privati, quarantanove sportelli di appoggio e trentasette sportelli autonomi, che fungono tutti da centri di ascolto per le donne.