Una maschera bianca sul viso, per ricordare che i lavoratori sono tutti uguali. E una maglietta che recita “al lavoro sicuri”. Davanti alla Prefettura di Bari, decine di studenti e lavoratori si sono riuniti per un flash mob organizzato da Cgil, Cisl e Uil provinciali per chiedere “più attenzione alle istituzioni sul fenomeno delle morti sul lavoro” dopo la tripla tragedia che si è consumata sul lavoro nel Barese: a Capurso l’operaio 58enne Pasquale Pipino è rimasto folgorato in una cabina elettrica a torre, a Monopoli in un cantiere hanno perso la vita tragicamente Vito Germano e Cosimo Lomele, due operai di 64 e 62 anni di Conversano.
Durante la manifestazione è stato osservato anche un minuto di silenzio che, hanno spiegato i sindacati, “a volte vale più di mille parole e denunce”. In molti hanno mostrato cartelli con su scritto “basta parole, servono i fatti”. Azioni concrete che i sindacati chiedono alla prefetta di Bari, Antonella Bellomo, alla quale hanno chiesto un incontro. “Uil ha iniziato da qualche anno una battaglia zero morti sul lavoro – ha detto Stefania Verna, coordinatrice di Uil Bari -. Siamo qui perché in una settimana, nella città metropolitana di Bari, si sono verificate tre morti sul lavoro che io chiamo omicidi”. Gigia Bucci, segretaria generale di Cgil Bari, ha evidenziato che “tre morti in meno di una settimana è un dato che si aggiunge a quello nazionale: nei primi due mesi del 2023 si sono registrati circa cento incidenti sul lavoro mortali”. “Lavoro nero e precariato incidono molto sul fenomeno, soprattutto nei cantieri. In Italia -ha aggiunto Giuseppe Boccuzzi, segretario generale di Cisl Bari – mediamente ci sono tre morti sul lavoro al giorno, nei cantieri c’è un decesso ogni 48 ore”. “Nei cantieri – ha concluso – abbiamo una forte emergenza di lavoro precario, di lavoro dequalificato. Le imprese che sfruttano i lavoratori vanno estromesse dal mercato”.