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Nanuccio vive come un topo, vino e triglie alla diossina: fratelli sfiniti vittime della burocrazia

11 Gennaio 2023
– Autore: Raffaele Caruso
11 Gennaio 2023
– Autore: Raffaele Caruso

La storia di Nanuccio, il 57enne che vive in un edificio abbandonato tra le campagne di Torre a Mare e Noicattaro, ha colpito in tanti. Le immagini fortissime registrate all’interno della casa-discarica hanno fatto il giro del web. Siamo tornati da lui dopo aver approfondito la situazione per raccontarvi gli sviluppi della vicenda. Nanuccio sta friggendo il pesce per i gatti, ci invita ad “entrare” in casa, ma abbiamo declinato il suo invito. Il 57enne vuole a tutti i costi offrirci qualcosa, anche un bicchiere di vino e un pezzo di pane. Le condizioni di degrado, appesantite anche dal freddo che ha colpito la città in questi ultimi giorni, sono a dir poco indecenti.

Secondo la legge Nanuccio può essere aiutato con la forza solo se viene interdetto, ma i familiari la ritengono una soluzione al momento eccessiva. Quello che si sta cercando di fare è convincerlo ad entrarlo in una struttura per rieducarlo alla vita. Nanuccio aveva una persona normale, dopo la separazione ha dovuto fare i conti con una depressione che è degenerata con il tempo. Da un lato ha momenti di vuoto e dall’altro ha atti impulsivi tanto da diventare pericoloso, nonostante la sua natura buona. Da quando ha lasciato l’abitazione dove continua ad avere la residenza, al quartiere San Paolo di Bari, vive come un topo. Abbiamo cercato di indagare sul rapporto con i suoi fratelli, ma il pensiero numero uno di Nanuccio è riavere la patente.

I suoi fratelli, nominati anche amministratori di sostegno, hanno avuto tanta difficoltà nel seguirlo e sono sfiniti. Nanuccio ne ha fatte di tutti i colori, ad esempio non ha voluto fare la terapia imposta e ha fatto così perdere le proprie tracce, rimediando anche una pena di un anno e sei mesi per fatti commessi a Bologna. Sarebbero stati tentati almeno tre TSO secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, senza successo. La situazione è davvero al limite e l’appello, consueto, è quello che le Istituzioni si facciano carico della storia, andando anche oltre le proprie competenze, e si possa trovare una sistemazione dignitosa.