Ci sono anche due politici pugliesi tra i 57 arrestati nel corso di un blitz anticamorra a Napoli che ha sgominato il clan Moccia. Si tratta di Pasquale Finocchio, ex consigliere comunale barese di Forza Italia poi passato al gruppo misto e vicepresidente del consiglio comunale di Bari, e del consigliere del comune di Lecce Andrea Guido.
Entrambi sono finiti agli arresti domiciliari. Guido è indagato per corruzione, Finocchio per traffico di influenze illecite. La Procura di Napoli – al termine di un’indagine del Ros dei carabinieri e del Gico della guardia di finanza – ha contestato, a vario titolo, ai 57 indagati i reati di associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e la detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione e favoreggiamento.
Disposto il sequestro di beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a 150 milioni di euro. Le misure cautelari notificate sono: 36 arresti in carcere, 16 arresti ai domiciliari e 5 divieti temporanei di esercitare attività d’impresa. Tutti reati sono contestati nella forma aggravata in quanto, secondo gli inquirenti, sarebbero stati commessi per agevolare il clan Moccia.
La vicenda che viene contestata dalla Dda di Napoli a Finocchio risale al 2017, quando era vicepresidente del Consiglio comunale di Bari, eletto con il centrodestra. A quanto si apprende, la contestazione riguarda un presunto ruolo da mediatore tra imprenditori, che Finocchio avrebbe avuto approfittando del suo ruolo politico-istituzionale. L’indagato, assistito dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto, “si professa assolutamente estraneo alle accuse – fa sapere il legale – e chiarirà con la massima serenità ogni aspetto della vicenda al più presto nel corso dell’interrogatorio”.
Guido invece è coinvolto nell’inchiesta per fatti risalenti al 2017 quando ricopriva il ruolo di assessore all’ambiente della Giunta comunale guidata dall’allora sindaco Paolo Perrone.