Le condanne di 14 anni e mezzo di reclusione inflitte dalla Corte di Assise di Lecce a Giuseppe Mariano, 82enne imprenditore agricolo di Porto Cesareo (Lecce), e a Mohamed Elsalih, 42enne originario del Sudan, per la morte di Abdullah Mohammed, il bracciante agricolo sudanese di 47 anni scomparso mentre raccoglieva pomodori nelle campagne salentine tra Nardò e Avetrana sotto il sole nel luglio del 2015, sono state annullate. La Corte d’Assise d’appello ha infatti ribaltato il giudizio di primo grado, assolvendo il 42enne del Sudan, ritenuto un mediatore per gli arrivi in Salento dei braccianti stagionali da impiegare nella raccolta nei campi, per “non aver commesso il fatto”. Non sarebbe toccato a lui occuparsi delle norme di sicurezza sul posto di lavoro e avrebbe preso ordini dal suo titolare. Mariano è invece deceduto nel frattempo. I due erano stati riconosciuti colpevoli di riduzione in schiavitù e omicidio colposo. Abdullah, sposato e padre di due figli, lavorava senza un contratto legale, 10 ore al giorno per una paga che non arrivava neppure a 50 euro e senza garanzie sanitarie. Quel giorno la temperatura sfiorava i 40 gradi e fu mandato lo stesso a lavorare senza la minima tutela.
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- di: Raffaele Caruso
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