Tra un soccorso e l’altro gli operatori del 118 della postazione Japigia, a Bari, sono stati costretti a combattere con l’acqua che ha allagato il piano terra della struttura che li ospita, in via Aquilino. Stessa sorte è capitata alla Guardia Medica e all’Ufficio Usl della Asl Bari ubicati nella stessa sede. Una sistemazione indecorosa per il 118, non solo per la disavventura della notte scorsa. Da anni gli operatori denunciano in ogni modo possibile l’inadeguatezza di quell’edificio per l’ospitalità della postazione del 118. Ieri si sono dovuti armare di traverse, secchi, mazze e tutto l’occorrente per riuscire a tamponare il disastro, almeno fino all’arrivo di chi ha lanciato loro un “salvagente”, provvedendo alle pulizie.
Si fosse trattato di un privato, sarebbero corsi in mille a sanzionare, ma essendo pubblico, il fatto che non sia a norma di legge pare non abbia alcune importanza. Non è a norma l’impianto elettrico e non ci sono porte taglia fuoco. Non importa se l’ambulanza non abbia una tettoia, dunque venga lasciata sotto le intemperie. L’estate scorsa all’interno si sono raggiunte temperature proibitive per l’equipaggio e certamente non consone per medicinali e attrezzature contenuti all’interno. La privacy non è di casa e uomini e donne devono condividere gli stessi spazi, con grandi imbarazzi e soluzioni di fortuna. Non c’è una doccia, insomma il minimo del decoro per una postazione del 118. Nel corso degli anni abbiamo denunciato l’inadeguatezza di almeno una mezza dozzina di postazioni, contribuendo anche al trasferimento in luoghi più idonei. Dopo tutti i sacrifici fatti dagli equipaggi di Japigia, è arrivato il momento di provvedere.