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Numero unico di emergenza in Puglia, lo sfogo di Amati: “Si diceva che era tutto pronto ma non era vero”

24 Ottobre 2022
– Autore: Raffaele Caruso
24 Ottobre 2022
– Autore: Raffaele Caruso

“Sino al dicembre 2021 si diceva che era tutto pronto, addossando i ritardi alla selezione del personale e invece non era vero nulla. Ad oggi, nonostante diversi impegni e proclami, non si può ancora dare una data di attivazione del servizio. Ad ogni verifica di dettaglio emergono sempre più problemi che soluzioni. Terremo alto il monitoraggio”. A parlare è il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. Oggi infatti nella seduta si è parlato anche della conoscenza e verifica degli atti programmatori di tipo finanziario del numero unico di emergenza 112. A riguardo è intervenuto il dirigente della Sezione Protezione Civile Nicola Lopane, il quale ha confermato che le aspettative non sono state ancora realizzate, perché il servizio non è stato ancora attivato, a seguito di una proroga dei tempi ritenuta necessaria al fine di adeguare gli edifici che dovranno ospitare le tre centrali uniche operative di risposta disponibili sul territorio regionale, dislocate a Modugno nella sede regionale della Protezione Civile, a Foggia all’interno dell’aera aeroportuale del Gino Lisa e a Campi Salentina. Per i lavori di adeguamento strutturali e di impiantistica è stata impegnata una somma di 3,7 milioni di euro, di cui sono stati liquidati 2,8 milioni di euro. Ulteriori 800 mila euro invece sono stati necessari per dare seguito ai lavori extra di adeguamento sismico. Non sono state ancora attivate le linee, ma sono state predisposte, né il personale addetto è stato ancora assunto. Quanto ai tempi di realizzazione, è opportuno considerare che si tratta di un sistema complesso da realizzare, che va di pari passo con le centrali di secondo livello come il 118, 112, 113 e 115, la cui fase di adeguamento è oggi al 70 per cento.

“Tre sedi per il numero unico e tutte con lavori progettati e avviati senza alcuna verifica di rispondenza con le linee guida ministeriali, determinando così una revisione dei progetti e finanziamenti di lavori ulteriori per circa 800mila euro”, ha aggiunto Amati. “La vicenda del numero unico d’emergenza è la cartina di tornasole di un metodo di lavoro della Protezione civile e dell’economato regionali, vigente sino al dicembre 2021, non adeguato al buon andamento della pubblica amministrazione e purtroppo mai verificato né corretto dagli organi di indirizzo politico – conclude -. Da un po’ di mesi, infatti, emergono sistematicamente programmi non eseguiti, a discapito delle migliori condizioni di vita delle persone, in grado di suggerire gestioni amministrative non in linea con i migliori standard di efficienza e regolarità. È un dolore dirlo, ma non si può nasconderlo”.