L’aggressione verbale all’esterno del centro commerciale di Casamassima nei confronti di Brumotti ha fatto il giro dell’Italia. L’inviato di Striscia La Notizia è stato minacciato di morte durante la registrazione di un servizio. Stava “rimproverando” gli automobilisti che, senza tagliandino o disabile a bordo, stavano occupando i posti riservati ai diversamente abili con le proprie vetture quando si è imbattuto in un uomo. Dopo essere sceso dalla sua auto, intercettato da Brumotti, ha dichiarato di andar a prendere il suo papà, disabile, all’interno del centro commerciale. Brumotti però non ha creduto alla sua versione, lo ha aspettato e poi incalzato quando è salito nuovamente a bordo della vettura. “Sai chi sono io? Spegni la telecamera che te la rompo. Ti sparo in testa, io sono un Diomede”, le parole in dialetto dell’automobilista dopo aver gettato via la “merdina” che Brumotti regala a chi si rende protagonista di brutte figure. L’inviato di Striscia ha chiesto spiegazioni per sapere chi sono i Diomede, non cogliendo il riferimento al clan, e l’uomo ha rincarato la dose con altre minacce.
L’automobilista si chiama Emanuele e lo abbiamo incontrato per chiarire alcune cose, prima di sottolineare la gravità di quello che ha fatto. “Chiedo scusa, ero nervoso. Non volevo insultarlo, ero arrabbiato per i fatti miei. Ho sbagliato e ho esagerato nelle reazione – dice -. Io lavoro dalla mattina alla sera, non ho niente a che fare con la malavita. Io con i Diomede non ho nulla a che fare”. E questo lo sapevamo già perché diversi esponenti della famiglia ci hanno chiamato nelle scorse ore per dissociarsi e rimarcare l’estraneità dai fatti. “Voglio chiedere scusa a tutta la famiglia Diomede, volevo dire una cosa e mi è uscita un’altra – conclude -. Non volevo tirare in causa nessuno. Chiedo scusa ai Diomede, a Brumotti e a tutta l’Italia intera”.