Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lo scorso 6 maggio in Procura alla presenza del procuratore Roberto Rossi e dei pm della Dda, Fabio Buquicchio, Marco D’Agostino e Bruna Manganelli, ha fornito la propria versione dei fatti, smentendo di conoscere le persone vicine ai clan mafiosi a cui si sarebbe rivolto per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari.
“Ho 63 anni, faccio politica da quando ne avevo 30, ho fatto varie elezioni, non ho mai avuto a che fare con persone del malaffare – le sue parole -. Mari non poteva fare campagna elettorale perché era incinta. Ho trovato Michele Nacci candidato e ho conosciuto la suocera, Bruna, ma non sapevo il cognome. Il cognome Montani a me non ha mai detto nulla prima di leggere queste carte”. Anche su Gaetano Strisciuglio, nipote di Gino e Mimmo “La luna”, Olivieri ha dichiarato di aver controllato se “fosse incensurato” e che questo gli bastava.
“Tommaso Lovreglio lo conosco come un dipendente dell’Amtab, tramite il fratello Vito che lavorava alla Multiservizi – ha aggiunto -. Il nome Lovreglio non mi dice famiglia, parenti, io non so quanti Parisi stanno in giro per Bari. E Savinuccio lo conosco di nome, perché esce sempre sui giornali”. Insomma, Olivieri ha smentito di conoscere tutti e la sua versione dei fatti ha scatenato l’ira dei magistrati e del procuratore Rossi. “Ci sta dicendo cose contrarie alle intercettazioni, per questi reati non ci sono benefici. La Procura è intenzionata ad andare sino in fondo”, le parole di Rossi.