“Rispetterò, ovviamente, tutte le determinazioni degli Organi inquirenti, consapevole della mia assoluta estraneità a qualsivoglia ‘combine’ elettorale o illecito di qualsiasi tipo”. Lo afferma in una nota l’assessora regionale pugliese ai Trasporti, Anita Maurodinoia (Pd), che sarebbe tra gli indagati per voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta della procura di Bari che lunedì scorso ha portato all’arresto di 130 persone. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno. Il suo nome non compare nei primi fascicoli della maxi inchiesta che ha portato all’arresto di 135 persone lunedì scorso, ma gli inquirenti sarebbero sulle sue tracce da diverso tempo.
“Apprendo da organi di stampa, e solo da questi – afferma – di essere ‘indagata’ per presunto ‘voto di scambio’ e di essere oggetto d’investigazioni da ben 5 anni. Pur consapevole della delicatezza e segretezza che caratterizzano indagini di tal fatta, rappresento di non aver mai ricevuto in tutto questo tempo alcuna informazione di garanzia o notifica di qualsivoglia provvedimento giudiziario”. “Constato, da quel che mi è dato leggere – afferma ancora – che fonte di prova sarebbero intercettazioni tra persone che non conosco, le quali, oltre me, nominano, con disinvolta leggerezza, soggetti, anch’essi, non coinvolti nei tristi fatti agli onori della cronaca. Ciò evidenzio al solo fine di circoscrivere ed inquadrare la portata della presunta accusa a mio carico”. “Apprezzo, pertanto – conclude – la prudenza con la quale la Magistratura ha operato, e sta operando, che ha evitato, almeno fino ad oggi, le facili e stucchevoli strumentalizzazioni che, ferme restando le sacre prerogative della stampa, trovano terreno fertile in informazioni quali quella oggi diffusa”.
“Comunque la Maurodinoia ha preso 6.400 voti… se si metteva… ad Emiliano lo sai quanto stavano dando? Vito… 50-70 euro a persona… a voto… e come fai a batterli?”, le parole intercettate di Michele Nacci, primo dei non eletti e candidato in coppia al Comune nel 2019 con Maria Carmen Lorusso. “Noi non riusciremo mai a competere con Maurodinoia, perché quella è scientifica. Loro fanno un discorso… vieni, 50 euro a voto, calcola mille voti e chiude là la partita. Ma io questo meccanismo non lo condivido”, le parole intercettate invece di Olivieri. La Polizia riteneva ci fossero molte cose da approfondire, al punto da chiedere e ottenere dai pm un decreto d’urgenza per intercettarne il telefono, ma questa attività è stata bloccata dal gip.
L’assessora, eletta alle Comunali del 2019 e alla Regionali del 2020, viene chiamato in causa nelle intercettazioni, ma non solo. Secondo quanto emerge dall’inchiesta della Dda Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio, ha raccontato di aver incontrato una volta in un bar al Madonnella e una volta in un ristorante di Altamura la Maurodinoia, insieme al marito Sandro Catalado, di aver preso con loro un caffè e di aver ricevuto anche i saluti per suo padre, Battista Lovreglio, elemento di spicco del clan Parisi. “Sapevano perfettamente chi fosse Lovreglio”, scrive la Polizia.
“Non so assolutamente chi siano, né lui né suo padre. Può essere capitato di stringere la mano di qualcuno di cui ignoro l’identità, ma certamente non ho preso caffè con queste persone”, il commento della Maurodinoia a La Repubblica sulla vicenda emersa nei giorni scorsi. “Dei rapporti tra la coppia e Tommaso Lovreglio nonché Battista, cognato del capoclan ed esponente di vertice del sodalizio, sono emerse evidenze nel corso dell’indagine”, si legge però nella nota inviata alla Procura. E ancora “Quella fra i tre è più di una semplice conoscenza”. Il marito resta coinvolto in un’altra inchiesta sul voto di scambio, dove si mira a verificare se Sud al centro abbia alterato le competizioni elettorali per il Comune di Bari nel 2019 e per la Regione nel 2020.
Il suo nome però non compare, possibile secondo la ricostruzione della Gazzetta del Mezzogiorno che le richieste di proroga del termine delle indagini siano state secretate e che la sua posizione possa essere finita in un fascicolo parallelo a questo.