Ha chiesto scusa ai familiari della vittima il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, accusato di omicidio volontario per l’aggressione e la morte di Paolo Caprio, l’imbianchino 40enne di Bitonto aggredito nella notte tra il 4 e il 5 settembre dello scorso anno all’esterno del bar di un’area di servizio lungo l’arteria provinciale che porta a Modugno, in provincia di Bari. Nel corso dell’udienza che si è tenuta questa mattina in corte d’Assise a Bari, Giampalmo ha reso dichiarazioni spontanee ai giudici. La sentenza è attesa per il prossimo 22 maggio.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dal pm Ignazio Abadessa, e confermata da alcuni testimoni e dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, l’imputato sarebbe arrivato nella stazione di servizio con la sua compagna, i figli e alcuni amici. Qui, dopo un diverbio, avrebbe sferrato quattro pugni a Caprio, che sarebbe caduto all’indietro, sbattendo la testa sul marciapiede, per poi perdere la vita. La Procura ritiene si sia trattato di omicidio volontario, la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta, insiste che si sia trattato di omicidio preterintenzionale e che i quattro pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte, che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale causato dalla caduta. Nell’atto di convalida del fermo in carcere il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, aveva sottolineato la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento di Giampalmo.