Renato Canonico, uno dei tre indagati per rissa aggravata dalla morte del 29enne Vito Caputo, è scoppiato in lacrime davanti al pm Michele Ruggiero. L’uomo, che ha lasciato qualche giorno fa l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti dove è rimasto ricoverato per sei giorni, non ha risposto alle domande degli inquirenti perché ancora provato fisicamente e sotto choc per l’accaduto. Accompagnato dal suo legale, il 50enne ha depositato una dichiarazione con la sua ricostruzione dei fatti.
L’uomo avrebbe accompagnato il figlio Pietro, senza patente, dagli assistenti sociali di Cellamare in un incontro per l’affidamento del figlio minorenne avuto dalla relazione con la sua ex moglie e attuale compagna del 26enne molese Fabio Domenico Chiarelli. Usciti dalla struttura, il figlio avrebbe detto a suo padre di scappare perché tirava una brutta aria. Da qui è nato un folle inseguimento fino a Capurso, in via Casamassima. Renato Canonico sarebbe sceso dall’auto per calmare gli animi, prima di essere aggredito da Chiarelli, mentre Vito Caputo avrebbe immobilizzato il figlio, raggiunto in un secondo momento anche dal 26enne. Il racconto dell’uomo si ferma qui perché da terra non sarebbe riuscito a vedere altro a causa della presenza del maggiolone. Renato Canonico ha aggiunto solo di aver visto Chiarelli scappare a bordo dell’Audi bianca, ma soprattutto che lui e il figlio non avevano nessun coltello. Intanto è stata conferito l’incarico per la perizia tecnica sui telefonini della vittima, degli indagati e della ex moglie di Canonico.