“Se ci fosse qualcuno che ha visto o che sa qualcosa, la mia preghiera è che agevoli il lavoro di chi indaga. Non ci voglio neanche pensare che su un fatto così clamoroso prevalga il silenzio consapevole o la rassegnazione. Francavilla non è questa, i francavillesi non sono così e non mi risulta che la città non stia collaborando. Io parlo con le persone e tutti si augurano addirittura che gli autori si consegnino all’autorità giudiziaria. Ho fiducia e confido nel lavoro degli inquirenti che si trovano di fronte a un caso complesso. Auspico che si arrivi all’individuazione dei responsabili dell’uccisione di Paolo”. Sono le parole del sindaco di Francavilla Fontana, Antonello De Nuzzo, che respinge le accuse di omertà che stanno coinvolgendo la sua città dopo la morte di Paolo Stasi, il 19enne ucciso in via Occhibianchi.
“Non ho alcun dubbio che gli inquirenti stiano svolgendo il lavoro, che è complicato, e che può culminare nell’individuazione dei responsabili quando riscontreranno un grado più che sufficiente di certezza – ha aggiunto -. Non si tratta di mettere a fuoco una persona e puntare il dito, la complessità del caso forse sfugge al cittadino e le difficoltà possono derivare dalla necessità di definire un quadro completo. Io comprendo che ci sia prudenza da parte degli inquirenti perché è un fatto inquietante quanto accaduto se dietro c’è il sottobosco criminale. Ma a mio giudizio sarebbe ancora più inquietante se dietro ci fosse l’affermazione di un modello culturale che imperversa nel cinema, nella letteratura, nelle televisioni e se gli autori fossero ragazzi. In ogni caso è un fatto che poteva accadere ovunque. Qui a Francavilla la società civile non s’è voltata dall’altra parte e io contesto la disinvoltura con cui qualcuno riversa sulla città i luoghi comuni”.