Si sono celebrati queto pomeriggio nella chiesa di Santa Fara i funerali di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista 63enne ucciso lunedì 18 dicembre in via Tauro, nel quartiere Poggiofranco, davanti alla sua abitazione. La basilica era gremita, in tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto al professionista. Il figlio più grande, Marcello di 26 anni, ha letto una lettera durante l’omelia.
“Papà, odio tutto questo, ma amo te. Odio la giornata di oggi, odio questa situazione, odio quel 18 dicembre che ha segnato per sempre le nostre vite, e che la vita possa essere così ingiusta. Odio il senso di colpa che mi logora, ma amo te. Per questo sono qui: scusa papà se non sono sempre riuscito a essere la parte migliore di me, per i litigi, scusa se non sono riuscito a essere con te sempre. Sei la mia roccia, la persona più solare che io conoscessi, quello che volevo essere. Ma ora non ci sei più: ti prometto che farò di tutto per essere la versione migliore di me per me, per mamma, Luca e per te. Ti amo, grazie papà”.
“Tutto quanto è accaduto è irreale e lontano dalle logiche umane – ha detto poi un amico di Di Giacomo, il diacono Antonello Sisto – eppure di Caino si parla sin dall’antichità. Questo Caino però ha superato ogni limite, e la giustizia divina l’ha già condannato alle tenebre. Ci hai arricchito con il dono della tua presenza, con il tuo essere un padre amorevole e un marito premuroso. Ora ci mancano il tuo sorriso, le tue coinvolgenti risate e il tuo modo di raccontarci la vita”. Il parroco che ha officiato la messa, don Antonio Ruccia, si è invece soffermato sul concetto di misericordia. “Mentre nel nostro cuore ci sono amarezza, paura, tensione e voglia di riscatto, a queste realtà dobbiamo proporre la misericordia. La giustizia terrena deve fare il suo corso, ma l’altra faccia della giustizia è la misericordia”.