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Omicidio a Poggiofranco, la ricostruzione di Vassalli: “Volevo solo spaventare Di Giacomo”. La pistola fatta a pezzi

23 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
23 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Salvatore Vassalli, l’operaio 59enne arrestato con l’accusa di essere il killer di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso a Poggiofranco sotto la sua abitazione la sera del 18 dicembre scorso, ha raccontato di aver fatto a pezzi l’arma del delitto. Lo ha svelato lui stesso nel corso dell’interrogatorio di garanzia svolto nei giorni scorsi.

Vassalli ha fornito la propria versione dei fatti. Ha dichiarato che quel giorno ha accompagnato sua figlia dal dentista a Bari e che la ragazza non sarebbe riuscito a mettere la mano vicino alla guancia perché impossibilitata. La famiglia ha fatto causa a Di Giacomo, considerato colpevole per aver effettuato sulla ragazza nel 2019 una manipolazione sbagliata intervenendo sul rachide cervicale. Da qui la denuncia, la causa e la richiesta di risarcimento danni pari a 230mila euro per aver provocato un danno permanente causato da uno shock midollare. L’ultima udienza del processo si era celebrata il 7 dicembre.

Secondo il racconto fornito, circa 10 giorni dopo, Vassalli, vedendo sua figlia sofferente, ha deciso di affrontare Di Giacomo. “L’avevo visto poche volte non ero neanche sicuro che fosse lui. Volevo solo che si prendesse le proprie responsabilità”, le sue parole. I toni si fanno accesi, Vassalli prende dalla macchina una pistola (dimenticata in auto e usata per esercitarsi in campagna) e la mostra per spaventarlo. Di Giacomo a questo punto prova a disarmarlo, nella colluttazione a distanza ravvicinata partono i 7 colpi. Secondo il racconto di Vassalli, Di Giacomo sarebbe stato colpito al volto con il calcio della pistola prima. L’operaio 59enne racconta poi di essersi liberato della pistola, facendola a pezzi e gettando le varie parti in punti diversi. Nel raccontare la sua versione dei fatti, distante da quella ricostruita dalla Polizia e dalla Procura, Vassalli afferma che le sue intenzioni non erano quelle di uccidere Di Giacomo e non ha nascosto il suo malessere interiore per quanto accaduto nei mesi successivi. Punta a far cadere l’aggravante della premeditazione e quella dell’aver agito con crudeltà.