Nella giornata di oggi verrà effettuata l’autopsia sul corpo del 63enne Francesco Dogna, trovato morto mercoledì mattina nella sua casa nel quartiere Santo Spirito. L’esame stabilirà la causa della morte, il tipo di coltello utilizzato, la direzione e i numero dei colpi, eventuali segni di colluttazione. Le indagini vanno avanti e si cerca di risolvere il giallo. Dogna, dipendente dell’Exprivia di Molfetta, è descritto da tutti come una persona tranquilla e gentile.
I vicini hanno raccontato di aver udito qualche urla, rumori di passi e di mobili spostati o caduti la sera prima del ritrovamento del corpo in una pozza si sangue in casa. Al momento nessuna pista è esclusa, le tracce trovate fuori dall’abitazione per strada potrebbero appartenere al killer, così come altre potrebbero essere state lasciate nella stessa abitazione. A rivelarlo saranno gli esami della Scientifica, intervenuta sul posto.
Se Dogna si è difeso, è possibile che sotto le unghie della mani ci sia anche il dna dell’assassino. Si stanno passando a setaccio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, anche quelle di b&b, negozi e attività. Gli inquirenti cercano anche di scavare nella sua vita privata. Non era sposato, non aveva figli, ma poteva conoscere il suo assassino. Per questi si analizzeranno tabulati telefonici, chat e ultimi messaggi. Sono stati ascoltati anche vicini, parenti, conoscenti e colleghi per cercare di ricostruire il quadro della vicenda. L’alternativa è che si sia trattato di una rapina finita male e questo spiegherebbe il disordine trovato in casa, ma sulla porta di ingresso non sono stati rilevati segni di effrazione. Chi ha ucciso Dogna a coltellate ha comunque chiuso la porta prima di fuggire via. Dopo aver lasciato tracce di sangue, probabilmente è salito su un mezzo ed è scappato via.