Vanno avanti senza sosta le indagini sulla morte di Lello Capriati, il 41enne ucciso a Torre a Mare in un agguato mafioso, mentre a Bari dilaga la paura per le possibili ripercussioni nella faida tra clan. Gli investigatori della Squadra Mobile di Bari, coordinati dalla Dda, stanno seguendo varie piste, la più seguita è quella della guerra tra gli Strisciuglio e Capriati per la gestione dei traffici illeciti e per il controllo della città. Non si esclude niente, anche il fatto che l’omicidio sia avvenuto dopo recenti litigi tra giovanissimi rampolli.
Sul fatto che l’omicidio sia avvenuto nell’ambito della criminalità organizzata però ci sono pochi dubbi. Il movente però è ancora da stabilire. Lello Capriati, scarcerato nell’agosto 2022, era stato sottoposto al regime della sorveglianza speciale (obbligo di dimora a Bari e ritirata alle 22). Quando è stato raggiunto dai colpi della pistola, tre alla testa e uno alla spalla, si trovava in auto con un’altra persona, un super testimone che ha assistito all’omicidio ed è fuggito a bordo della stessa vettura, e nel territorio “amico” di Torre a Mare, regno del clan Parisi-Palermiti, alleato ai Capriati. La vittima è stata soccorsa in fin di vita davanti al portone di una casa situata in via Bari. La corsa in ospedale è stata inutile.
C’è una novità importante. L’auto su cui viaggiava Lello Capriati è stata ritrovata dopo ore e dagli accertamenti potrebbero uscire indizi utili. I familiari (la moglie e i figli) e conoscenti sono stati interrogati, mentre proseguono le perquisizioni nel Barese (anche a Carbonara e Adelfia). Non si esclude che l’agguato possa essere collegato alla sparatoria avvenuta venerdì scorso all’alba in piazza a Carbonara, dove due giovani incensurati poco più che ventenni sono stati feriti a colpi di arma da fuoco. Nella giornata di domani sarà affidato l’incarico per l’autopsia e si riunirà il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.