La difesa di Antonio Colamonico, condannato a 26 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio volontario della ex amante Bruno Bovino, l’estetista italo-brasiliana uccisa a Mola il 12 dicembre 2013, potrà effettuare un sopralluogo nel centro estetico con l’obiettivo di trovare nuove prove e riaprire il caso. La Corte di Assise di Appello ha infatti accolto la richiesta dei legali, disponendo così il dissequestro del locale, che è stato sigillato dal giorno del delitto. Il tempo stimato è quello di un mese. Il tutto però dovrà avvenire “purché le attività del consulente di parte vengano contenute in tempi celeri e non costituiscano ulteriore ostacolo alla restituzione dell’immobile al legittimo proprietario”, si legge nel provvedimento. L’accesso potrà essere autorizzato solo una sola volta e dovrà essere concordato con i carabinieri, il tutto sarà documentato con videoriprese.
Colamonico è detenuto da settembre nel carcere di Foggia, ma non si arrende e continua a professare la sua innocenza. Ha deciso di affidare al generale dei Carabinieri in pensione, Luciano Garofano, presidente dell’Accademia italiana di scienze forensi ed ex comandante del Ris di Parma, il compito di eseguire nuovi accertamenti. Bruna fu uccisa con 20 colpi di forbici e poi fu trovata semicarbonizzata nel centro estetico. Colamonico, all’epoca dei fatti 35enne, venne arrestato il 9 aprile 2014. Garofalo dovrà approfondire alcuni aspetti tralasciati in tutti questi anni, come il contenuto di una bottiglietta che si trova ancora all’interno del centro estetico. Secondo l’accusa è un accelerante usato dall’assassino, per la difesa è solo un olio per massaggi.